sabato 23 ottobre 2010

Vendo moto


Già vi dissi in un altra occasione di come a volte mi capita di ritornare nel mio vecchio liceo.
Lì c'è una bacheca dove gli alunni mettono qualche piccolo compro/scambio/offro. Solitamente sono offerte di libri di testo che non servono più o proposte di ripetizioni.

Ieri sera, però, sono rimasto sorpreso dall'annuncio che vedete nella foto.
Cioè, è lecito, ma che una bidella del liceo metta un annuncio così mi fa sorridere.


Ah, a proposito: se anche loro si qualificano come bidelle, significa che lo posso fare anch'io, a dispetto di quanto scritto la volta scorsa.

domenica 10 ottobre 2010

La risposta del giorno


Oggi è il 10/10/10. Il numero 101010, se letto in binario, corrisponde al decimale 42, ovvero al numero che per Douglas Adams è la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto. Una simpatica coincidenza, ovviamente: la data non ha nulla di particolare, ma trovo comunque simpatico averla vissuta.

sabato 11 settembre 2010

Lunigiana storica


È un mese ormai che in bacheca del DMI è appeso il bando che vedete nella foto. E uno analogo era lì anche l'anno scorso. In pratica si premiano tesi di laurea che parlino della Lunigiana, in senso storico, artistico, letterario o quant'altro.

Cominciamo a dire, per chi non lo sa, che la Lunigiana è una regione storica divisa tra Liguria e Toscana. Il DMI è a Trieste, che è in Friuli-Venezia Giulia. Non esattamente vicini, dunque.
Ma c'è di più. Il DMI è il Dipartimento di Matematica e Informatica, quindi al massimo si potrebbe fare una tesi storica su un matematico famoso della Lunigiana (ammesso che ce ne siano).

Ora voi immaginatevi uno studente che va da un professore triestino dicendogli: «Vorrei fare una tesi storica su un matematico praticamente sconosciuto che è vissuto in una regione dall'altra parte dell'Italia. Inoltre le informazioni sui suoi scritti saranno in qualche biblioteca della zona, il che significa che dovrò fare di continuo la spola tra Trieste e (poniamo) Massa Carrara». Dubito che il povero laureando riuscirebbe a trovare qualche docente disposto a sostenerlo in questa scelta...

Eppure è il secondo anno che quel bando campeggia in bacheca. Sarà che qualcuno al DMI ci spera davvero in quel premio?

martedì 17 agosto 2010

Non fiori ma opere di male

Questo post può sembrare un in memoria..., ma vi assicuro che non lo è. Non c'è il tag e il titolo non è conforme. Sono solo considerazioni in libertà.

Questa mattina è morto Francesco Cossiga. Stava male già da giorni, eccetera.
Non so come intitoleranno i giornali domani né quali dichiarazioni faranno i colleghi politici a riguardo. Non so, ma posso immaginare.

Quello che io so è che il signor Cossiga, il 23 ottobre 2008, rilasciò un'intervista alla Nazione in cui diceva (riassunto mio; per l'intervista completa seguite il link):

Intervistatore: «Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?».

Cossiga: «Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico PCI ma l'evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

I: «Quali fatti dovrebbero seguire?».

C: «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».

I: «Ossia?».

C: «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

I: «Gli universitari, invece?».

C: «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

I: «Dopo di che?».

C: «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

I: «Nel senso che...».

C: «Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

I: «Anche i docenti?».

C: «Soprattutto i docenti».

I: «Presidente, il suo è un paradosso, no?».

C: «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

I: «E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? “In Italia torna il fascismo”, direbbero».

C: «Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».

“Infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città”? E questo sarebbe quello che Cossiga fece “quand'ero ministro dell'Interno”?
Non sono un avvocato, ma onestamente ci vedrei estremi per una denuncia. E invece tutto il mondo politico lo acclama e dichiarerà che era un grande uomo politico, ci scommetto!


Aggiornamento delle 15.30: Come avevo previsto;
Alfano dice: «Perdiamo una figura insostituibile della classe politica italiana »;
Matteoli dice: «Uomo politico di grande spessore»;
Bersani dice: «Se ne va[...] una persona singolare e straordinaria»;
Casini dice: «Un uomo [...] scomodo nell'amicizia ma sempre affettuoso e leale».
Potrei continuare, ma mi fermo qua.

Non aggiungo altro. Credo si sia capito quanto io trovi vergognoso questo ridicolo teatrino

Ah, no. Aggiungo il titolo del Tempo:
E' morto Cossiga, era un grande tifoso della Juve
Hanno capito tutto, eh?

venerdì 6 agosto 2010

Coraggio


Interessante l'accostamento tra la trasmissione di ieri e il film di oggi, su Rai Uno. In un'epoca di reality e schifezze varie, ci vuole tutto "il coraggio di [Piero] Angela" per fare ancora trasmissioni interessanti come Superquark!

mercoledì 4 agosto 2010

Sul bus 17

Giornata proficua quella di oggi sull'autobus:

Una donna, di quelle inutilmente "infighettite", si lamentava al cellulare riguardo un bambino che doveva aver incontrato la mattina stessa. Questo bimbetto, a quanto ho capito, aveva 4 anni ed era già stato a Berlino, a differenza della signora. Non so perché la signora non sia ancora andata a Berlino, visto che sembrava tenerci così tanto, né mi sembra strano ci sia stato il bambino, ma la donna deve aver preso la cosa come un'offesa personale, come se il bimbo l'avesse fatto apposta.

Poi una ragazza, una ventina d'anni almeno, che non sapeva che negli autobus per scendere si usano le porte centrali. Mi chiedo dove abbia vissuto finora...

E, per finire, il ragazzo che al capolinea - vuoto! - pur di non spostarsi lateralmente di un metro, ha aspettato che tutta la gente scendesse dall'autobus pur di salire dalle porte centrali.

Ah, sì. E stamattina due turisti hanno fotografato il muso dell'autobus in cui ero salito, come se non ne avessero mai visto uno in vita loro.

E poi non venite a dirmi che questa gente è normale...

giovedì 8 luglio 2010

Ciao Lelio!



TRIESTE - Il maestro e compositore Lelio Luttazzi è morto la scorsa notte nella sua casa, a Trieste. Aveva 87 anni. L'artista è morto alle 2,45 della scorsa notte, assistito dalla moglie Rossana. Da circa due anni si era trasferito a Trieste, sua città natale, dove viveva a ridosso della storica piazza dell'Unità d'Italia. Le sue condizioni di salute sono diventate precarie circa tre mesi fa a causa di una neuropatia periferica, peggiorata nelle ultime settimane.

Lelio è stato un immenso interprete della canzone italiana. Bravo, ironico, sapeva recitare, sapeva cantare, sapeva suonare, sapeva fare la spalla ai comici (ad esempio a Noschese in Doppia coppia). Ormai è difficilissmo trovare persone così. E non citatemi Fiorello; per quanto sia bravo, Luttazzi era spanne sopra di lui.
Ci mancherai, Lelio. 'Dio mulo!

sabato 12 giugno 2010

Chi sono queste aziende XXX?

Stamattina suona il telefono e una voce di donna - palesemente registrata - mi dice tutta felice:
Il servizio cortesia clienti ha bisogno di contattarla per darle una buona notizia! Prema uno.

Ora, non è la prima volta che mi capita, e naturalmente ho immediatamente chiuso il telefono, ma dico: vuoi farti pubblicità? Diciamo che potrei anche essere interessato, ma se non ti presenti come speri di arrivare alla gente?

lunedì 24 maggio 2010

Addio Martin!


«Martin Gardner, who teased brains with math puzzles in Scientific American for a quarter-century and who indulged his own restless curiosity by writing more than 70 books on topics as diverse as magic, philosophy and the nuances of Alice in Wonderland, died Saturday in Norman, Okla. He was 95.»

Il ricordo che segue è molto personale. Per un sunto della vita di Gardner ci sono i ricordi degli altri blogger o la pagina di Wikipedia a lui dedicata
Ricordo che un'estate trovai in una libreria che vendeva libri nuovi a metà prezzo i volumi 3, 4 e 5 dei suoi Enigmi e giochi matematici (oggi praticamente introvabili). Non sapevo chi fosse questo "Martin Gardner" e, ad essere sincero, ero indeciso se comprarli o no. Inutile dire che non mi sono mai pentito dell'acquisto e, anzi, li ho letti e riletti talmente tante volte da averli consumati.
Un paio di anni prima per il mio compleanno mi regalarono I misteri della magia matematica. Ricordo che allora non mi piacque molto. Lo infilai nella libreria e lo dimenticai là. Lo ripresi in mano parecchio tempo dopo e mi resi conto che l'autore era lo stesso Martin Gardner degli "enigmi e giochi". Rivalutai immediatamente il libro, lo rilessi con la dovuta attenzione e da quel momento ho cominciato a raccogliere tutti i libri di Gardner, a volte in inglese, mancando la traduzione italiana.
Proprio in questi giorni, ironia della sorte, sto leggendo il suo Amnnotated Alice* che mi sono fatto regalare per il mio compleanno.

Addio Martin, ci mancherai tantissimo!


* L'unico effetto positivo dell'uscita dell'Alice di Tim Burton...

domenica 23 maggio 2010

Elezioni studentesche - quinta e ultima parte

Quinta parte di cinque. Recupera la prima, la seconda, la terza e la quarta parte.

Alfine i risultati. Credo sia la parte meno interessante, ma mi sembra corretto darla per completezza dell'informazione.

Per il Consiglio di Amministrazione sono stati eletti sia Bartolomeo S (nonostante gli errori), sia Marco S (nostante il sudoku), sia Ruggero B (nonostante i 18 punti mancanti).

Per il Consiglio di Amministrazione dell'ERdiSU è stata eletta Serena S (nonostante il volantinaggio dell'ultimo minuto).

Per il Consiglio di Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali sono stati eletti sia l'amica* Carolina B (nonostante - o "grazie a"? - la martellante campagna pubblicitaria), sia Bartolomeo S (c.s.).

Nessuna notizia di Bora in faccia né di Azione universitaria, come previsto.


E così si conclude questa avventura delle elezioni studentesche all'Università di Trieste. Quasi tutti i nostri protagonisti hanno avuto un posto. Ora vedremo cosa riusciranno a fare.
Io, comunque, conservo i programmi - e resteranno anche a memoria sul blog. Se vi va in capo ad un anno possiamo trovarci qua e vedere cosa di quei programmi è stato realizzato.


* ironically intended

venerdì 14 maggio 2010

Elezioni studentesche - quarta parte

Quarta parte di cinque. Recupera qui la prima, la seconda e la terza parte.

Ultime considerazioni prima dei risultati.

Del gruppo Bora in faccia sembra non esistere niente, neppure un sito Internet. Mi chiedo davvero come speravano di ottenere voti. Del gruppo Azione universitaria si legge qualcosina in rete, per lo più su gruppi Facebook dell'Università, ma certo la lista non spicca per visibilità.
Onestamente non capisco perché candidarsi se non si è in grado di fare un'adeguata campagna elettorale, ma magari c'è sotto qualche retroscena che non conosco. Ad ogni modo non ho intenzione di indagare oltre in tal senso.

La lista di Bartolomeo S, quella con i numerosi svarioni di italiano, è della Lista di Sinistra che già si era distinta su questo blog per questo simpatico svarione. Evidentemente scrivere volantini non fa per loro.
Per quanto riguarda il programma, ho già detto che mi sembra un programma standard. Temo che difficilmente si riuscirà a concretizzarlo (se non forse l'ultimo punto, quello del «maggiore dialogo con gli studenti» perché è a costo zero). Bella la richiesta del software open source, peccato che bisogna trovare chi lo gestisca e che spesso non coincida con le esigenze degli amministratori. Delle due aule PC del DMI, una è stata convertita a Windows un mese fa per poterci tenere le (inutili) lezioni dell'ECDL, l'altra ha su Solaris ma il nuovo tecnico non sa come gestirlo. Ecco perché dico che il programma è un po' utopico.

Della Lista di Sinistra fa parte anche Serena S che mi ha dato il volantino in extremis. Neanche lei differisce molto da tutti gli altri programmi e non voglio ripetermi. Di sostanzialmente nuovo c'è la richiesta di eliminazione dei tornelli. Onestamente non so come siano gli spazi delle case, ma in questi anni ho visto un lento degrado del DMI tanto che da più parti è venuta la proposta di limitarne l'accesso ai soli studenti di matematica e informatica. Non so, quindi, se la cosa proposta da Serena S sia poi così valida...

La lista di Carolina B è Oltre – Student Office. Direi che il programma l'ho già più volte commentato. Buona l'idea di «potenziare la valutazione della didattica» ma bisognerebbe poi obbligare tutti i professori a rendere pubblici i risultati, cosa che finora è invece facoltativa. Per il resto vale lo spaesamento manifestato finora e, sui temi in comune con le altre liste, la sensazione di un programma bello ma utopico.

Anche la lista AutonomaMente ha un programma decisamente standard: i punti 19, 20, 23, 28 e 29 mi sembrano molto difficili da realizzare; per i punti 24, 25, 26, 31, 34 e 35 servono soldi, tempo e persone che lavorino su questi progetti e – con i numerosi tagli che vengono inflitti ogni anno – davvero non vedo come sia possibile metterli in pratica. Il punto 36 è, come per le altre liste, il più facile ma è chiaro che l'impegno di un rappresentante dovrebbe essere ben altro.

È divertente leggere il volantino della lista AutonomaMente che mi ha passato Roberta. Quattro persone si presentano come "X Y detto Z". In realtà per la privacy ho cancellato i nomi, ma quasi sempre la tiriterà è del tipo «Mario Rossi detto Rossi». Onestamente mi sembra alquanto stupido. Potrei capire se fosse: «Mario Rossi detto Pasqualino», ma così è demenzialità pura.
Mi affascinano i due che si firmano "Dott.". Evidentemente vuol dire che sono laureati alla triennale e che stanno frequentando la magistrale, altrimenti non avrebbe senso. Non so, mi dà un tal senso di spocchia da negar loro il mio voto a priori.


Basta, non sono un commentatore politico né voglio esserlo. Anzi, quando ho aperto il blog ho promesso di parlare il meno possibile di politica, per cui la smetto qua.
Riporterò i risultati appena saranno pubblici, scriverò eventualmente un breve commento e poi considererò conclusa la parentesi elezioni studentesche.


Segue nella quinta e ultima parte.

Squallid

Ieri sera facendo zapping ho avuto la sfortuna di vedere due momenti di Fenomenal, il nuovo programma di Teo Mammuccari. Oltre all'insulto gratuito di tutto e tutti, ragione per cui prima ho detto purtroppo e motivo per il quale passeranno numerosi lustri prima che io guardi una trasmissione di Mammuccari, ho assistito a due perle nere:

- la storia di Nobel che non istituì il premio per la matematica perché la sua amante (stranamente in questa occasione non si è tirata fuori l'inesistente moglie di Nobel che di solito accompagna questa assurda fola) era innamorata di un matematico e Nobel non voleva che il suo premio andasse a quest'ultimo. La storia è smentita da anni (vi prego di seguire gli interessanti link nelle note) ma, chissà perché, ancora circola;

- la cafonaggine di Mammuccari quando, mostrando una telecamera termografica, il povero scienziato di turno ha detto: «Questa telecamera è usata per diagnosticare i tumori al seno» e il balordo conduttore non ha trovato di meglio che rispondere: «Eh, ma non dica queste cose tristi» preferendo usare il dispositivo per controllare se le scialbe ospiti in studio avessero il seno rifatto.

Mi sa che di triste c'è solo la trasmissione e il fatto che ancora una volta la cultura è stata ridotta a noiosa burletta da prima serata trash.

giovedì 13 maggio 2010

Elezioni studentesche - terza parte

Terza parte di cinque. Recupera qui la prima e la seconda parte.

Come promesso, stamattina sono andato a votare.

Prima di entrare nel seggio sono riuscito a prendere ancora due volantini. Il primo è questo, gentilmente fornito dall'amica Roberta alla quale era stato inizialmente sbolognato:




Questo il secondo che mi è stato dato dalla stessa Serena S mentre stavo andando a votare (in vera zona Cesarini):




Davanti al seggio ho incontrato di nuovo Carolina B che si è complimentata per la mia scelta di andare a votare (ieri le avevo promesso che sarei andato, ma oggi sembrava sorpresa di vedermi, quasi fosse stupita per il fatto che non le abbia mentito) e si è assicurata che avessi capito tutto e che sapessi come fare (era una votazione, non un'intervento a cuore aperto. Si suppone io sappia come si fa...). Per fortuna ha avuto la decenza di non chiedermi se avrei votato per lei.


L'ambiente è esattamente quello di una elezione politica qualunque. Presentazione del documento, due firme sui registri, sei schede, una matita copiativa (sospetto sia una comunissima matita blu, ma potrei sbagliare) e via in cabina.
Le schede mi vengono porte completamente aperte, senza segni di piegatura. «Come devo piegarle?», chiedo, «In tre?». «Beh, ognuno le ha piegate come voleva», mi viene risposto, «può anche piegarle in due». Già questo è strano. Credevo ci fossero ferree norme per la piegatura delle schede. Invece no, d'accordo. Ma poi la signora aggiunge: «L'importante è che le pieghi dentro la cabina e non, come tanti hanno cercato di fare, fuori». Un'ulteriore conferma che la gente è più stupida di quanto si creda.
Mi balza subito all'occhio che nessuno parla di cellulari. Non mi viene chiesto se ne ho uno, non mi viene ritirato. Certo, magari il voto di scambio in questo contesto non ha molto senso, ma non sottovaluterei la smania di certi studenti di far politica.

Le schede, come detto sono sei: bianca – Consiglio di Facoltà; gialla – Senato Accademico; azzurra – Consiglio di Amministrazione; rosa – Comitato Universitario per lo Sport (esiste davvero? Che cavolo è? Chi l'ha mai sentito finora?); verde – Consiglio di Amministrazione ERdiSU; gialla scura – C.N.S.U.
La parte divertente è che nel raccogliere informazioni tramite i volantini, sembravano presenti solo tre liste: Autonomamente, Lista di Sinistra; Oltre – Student Office (in puro ordine alfabetico). Leggendo le schede spuntano altre due liste: Bora in faccia (tutte le schede, tranne la giallo scuro, che comunque aveva un raggruppamento diverso rispetto le altre e non fa testo in questa disamina) e Azione universitaria (tutte tranne la bianca). Tornando al DMI ho controllato in giro per il Campus e di queste due liste non ho visto volantini, manifesti o altro. Non so quanti voti otterranno, ma mi sento di poter già dire che difficilmente otterranno una maggioranza schiacciante...
Una volta votato ho dovuto infilare personalmente le schede nelle urne (avrei potuto metterle a caso e farla franca), urne che erano belle piene, tanto che ho faticato non poco per farle entrare senza sgualcirle.

Se riesco, domani faccio un'altra disamina a mente più fredda e, appena arrivano i risultati, ve li comunico.


Segue nella quarta parte.

mercoledì 12 maggio 2010

Elezioni studentesche - seconda parte

Seconda parte di cinque. Recupera la prima parte.

Aggiornamento: i volantini arrivati al DMI sono pochi perché davvero ne sono circolati pochi. Ci saranno stati pochi candidati, non so che dire.
Oggi, però, sono riuscito a mettere le mani su un altro volantino, che riporto qua sotto. Non c'è nulla di particolarmente rilevante, se non capire quali siano i primi 18 punti del programma:



Interessante notare che Bartolomeo S ha ristampato il suo volantino tagliando la parte zeppa di svarioni (ma ha lasciato lo splendido «fodi di fanziamento»). Per riempire lo spazio ha fatto pubblicità ad un altro candidato, penso suo amico:



Ho anche incontrato Carolina B che è passata al DMI a farsi un po' di pubblicità. Probabilmente avrebbe voluto espormi dettagliatamente il suo programma, ma io subito le ho detto di aver letto il volantino (ma non di averlo pubblicato sul blog) e le ho promesso che domani sarei andato a votare (per chi pare a me, sia chiaro. Non le ho certo promesso di andare a votare per lei). Col senno di poi forse avrei dovuto lasciarla parlare e vedere come avrebbe replicato alle mie obiezioni, ma non sono fatto per queste cose e ho preferito lasciar stare.
Mi è stato fatto notare, peraltro, che nel suo programma c'è il punto «Per quanto riguarda la prenotazione di appelli di esame [...] proponiamo una semplificazione amministrativa». Peccato che nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali non esistano esami a prenotazione. È, quindi, ancora più palese che i tre non ne sappiano nulla di come funzionano le cose.
Inoltre, come qualcun altro mi segnalava, la signorina Carolina non è rappresentante degli studenti e non lo è mai stata. Non so perché, ma mi crea diffidenza chi cerca di entrare in Consigli di Amministrazione senza prima essere stati, almeno per un anno, rappresentanti degli studenti.

Domani vado a votare. Vi farò sapere com'è stata l'esperienza.
Appuntamento a domani con la terza parte!


Grazie a Marco e a Roberta per i loro preziosissimi consigli.

Elezioni studentesche

Oggi e domani qui all’Università di Trieste «si vota per il rinnovo dei rappresentanti degli Studenti nei Consigli di Facoltà, nel Senato Accademico, nel Consiglio d'Amministrazione dell'Ateneo, nel Consiglio d'Amministrazione dell'ERdiSU, nel CUS e nel CNSU».
Al DMI sono arrivati solo tre volantini (non so se perché i candidati sono pochi o perché spostarsi dall’Edificio Centrale fino al DMI era troppo faticoso – domani mi informo) di cui mi fa piacere rendervi conto.
Per motivi di privacy preventiva ho eliminato foto, cognomi e dati sensibili vari a mia completa discrezione. Tanto, se non vi interessa, poco cambia sapere il cognome di uno o dell’altro; se vi interessa, siete tutti abbastanza sgamati da sapere come risalire alle informazioni nascoste. Giuro che ho solo cancellato e non modificato. Su richiesta posso esibire gli originali.

Il signor Bartolomeo S non si presenta benissimo. Sarà perché rappresentante degli studenti a Fisica, ma con l’italiano se la cava maluccio.
Nella pagina di presentazione, in ordine, troviamo «Consio di Facoltà» (per “consiglio” – si è persa un’intera sillaba), «fodi di fanziamento» (doppietta), «organi decisonali», «la pesenza all’Università» (una presenza che pesa!), «consigli, e momenti di socialità» (questa è sottile – c’è una virgola di troppo; facciamo mezzo punto), «non ha voce ne mezzi» (manca l’accento).
Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore si diceva qualche tempo fa. Vero, ma un rappresentante che si propone con questi svarioni alle persone che dovranno votarlo non fa una buonissima impressione, fatemelo dire.

Programma standard, direi. Non voglio sminuire, intendo solo che sono più o meno gli stessi condivisibili punti che appaiono in tutte le liste. Forse se ne potrebbero commentare un paio, ma non ho intenzione di farlo in questa sede.
Quello che non capisco è la frase «Vogliamo più informazione tra gli studenti e più semplicità per averla». Più informazione tra gli studenti e chi? O tra uno studente e l’altro? E, in questo caso, informazione di cosa? E perché non è semplice averla? Boh, passaggio poco chiaro.


Il terzetto Lucia G, Carolina B e Marco T si presenta meglio. Un solo errore di stampa («menager didattico»). Interessante la confusione causa/effetto nella frase «Perché [...] saremo anche parte del Consiglio degli Studenti, proponiamo:». Direi che in quel punto ci andava un poiché, altrimenti la frase non ha senso.
Mi piacciono anche le due frasi «Per quanto riguarda la prenotazione di appelli d’esame, stage, tirocinii e erasmus, proponiamo una semplificazione amministrativa, potenziando la modulistica informatica» e «Intendiamo semplificare procedure, come immatricolazioni, modifiche al piano di studi, tirocinii e erasmus, incentivando la modulistica informatica», che dicono la stessa identica cosa. Repetita iuvant, dicono, ma su un volantino così breve è un po’ sciocco.

Divertente la proposta di organizzare orari di lezione e appelli d’esame. I tre ragazzi che lo propongono non devono sapere bene come funziona la cosa, visto che gestire gli orari è una cosa difficilissima, per numerosi motivi che qui non spiego (ma su cui mi riservo di farci un post – potrebbe uscire qualcosa di interessante). So di cosa parlo: ho dovuto farne uno, un anno. È stato da neurodeliri. Gestire gli appelli, poi, è impossibile. Da noi ci si prova ogni anno, sia da parte degli studenti che da parte dei professori. È vi assicuro che è estremamente arduo accontentare tutti.
Poi, per carità, se i tre ci riusciranno, tanto di cappello.


Marco S ha qualcosa di geniale, nel senso più perverso del termine. Anziché riempire il volantino con il programma, ha pensato bene di metterci due schemi di sudoku. Giusto: perché sprecarsi a far conoscere il proprio pensiero? Meglio far divertire gli studenti, sicuro del fatto che, una volta alle urne, questi diranno: «Il mio voto lo do a lui, che ci ha messo il sudoku!».
C’è dell’ironia, ovviamente, nelle mie parole. Ma rileggendo quello che ho scritto, mi sembra così terribilmente plausibile... Spero vivamente di sbagliarmi.


Segue nella seconda parte.

sabato 8 maggio 2010

Contestare con testa

Sono note a tutti le polemiche intorno al decreto del ministro Bondi sulle fondazioni liriche. Polemiche, scioperi, discussioni, manifestazioni, attività parallele...

In questi giorni al Teatro Verdi di Trieste sta andando in scena Madama Butterfly, in un pregevole allestimento. Causa tale famigerato decreto la recita di domenica scorsa, 2 maggio, è saltata. Il primo maggio, infatti, il Teatro aveva fatto uscire il seguente comunicato stampa:
A seguito dello sciopero nazionale delle istituzioni lirico sinfoniche italiane, la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste informa che:
la recita di MADAMA BUTTERFLY in programma domenica 2 maggio è stata annullata.

Comunica altresì al pubblico che:
venerdì 7 maggio prossimo verrà effettuata una recita straordinaria dell’opera MADAMA BUTTERFLY per la quale valgono gli abbonamenti e i biglietti acquistati per il giorno 2 maggio.

Se non che il giorno 6 maggio lo stesso Teatro Verdi ha fatto uscire quest'altro comunicato:
A causa del protrarsi degli scioperi nazionali nei 14 teatri lirici italiani, anche le maestranze del Teatro “G. Verdi” di Trieste hanno proclamato un ulteriore sciopero in occasione dello spettacolo di venerdì 7 maggio.

Conseguentemente, la recita di Madama Butterfly prevista per la giornata stessa viene annullata.

La Direzione del Teatro Verdi comunica agli interessati che potranno presentarsi alla Biglietteria con il relativo biglietto per il rimborso.

Ora, io capisco la protesta, e la approvo pure, dal momento che il decreto è davvero un abominio. Quello che non riesco a capire è il poco rispetto del pubblico.
Cercate di mettervi nei panni di un abbonato, o di un semplice spettatore, che compra - due mesi fa - un biglietto per il 2 maggio. Si prepara e si organizza gli impegni per essere libero quella sera. Il giorno prima dello spettacolo gli viene detto che l'indomani può restare a casa ma che - se vuole - può andare a teatro il venerdì seguente. Allora questo spettatore si organizza nuovamente, briga di nuovo per spostare i suoi impegni e per riuscire ad incastrare tutte le cose che deve fare, per essere libero il venerdì... e di nuovo il giorno prima gli viene detto che lo spettacolo è annullato. Del tutto questa volta.
Badate bene: non è stato annullato lo spettacolo di giovedì, né quello di sabato e neanche quello di domenica. Quello di venerdì, già rinviato, per poter assistere al quale 1.300 persone hanno dovuto cercare di liberarsi e spostare gli impegni.

Certo, i biglietti verranno rimborsati, il teatro lo ha assicurato, ma direi che in questo momento non si è reso un gran servizio al Teatro (né al teatro - la differenza maiuscola/minuscola è importante). Non tanto per gli abbonati, che ormai hanno il pelo sullo stomaco e sopportano tutto, ma per il semplice appassionato che ha deciso, per una volta, di andare anche lui all'opera. Per vedere se lo appassiona. Per cercare qualche emozione. E, perché no, per tornarci in seguito.
«Andremo avanti - dice Domenico Lazzaroni della Uil -, sperando che il pubblico ci conforti e non si arrabbi». Mi sembra un po' tardi per dire "speriamo non si arrabbi". Quelle 1.300 persone, tolti gli abbonati, sono difficilmente recuperabili. A volte addirittura non si recuperano più. Tanto più che lo spettacolo è esaurito da un mese, quindi trovare oggi (ma anche il 6 maggio, appena avuta la notizia) un biglietto per una delle tre date rimanenti, era un'impresa quasi impossibile. Spiace dirlo, ma la cosa è stata gestita davvero male.

Ah, e non pensiate che stia parlando per ipotesi. La mia amica Ornella aveva un biglietto proprio per lo spettacolo del 2 maggio. Ed era molto contanta perché mi ha detto: «Finalmente ho convinto i miei genitori a venire all'opera». Sempre il 2 maggio. E quei due spettatori, miei cari, li abbiamo persi per sempre.
Certo, capisco che la protesta doveva esserci e doveva essere pacifica, ma con un po' di più buona volontà si poteva trovare qualche soluzione alternativa, altrettanto efficace ma che non fosse così deleteria per il Teatro.

martedì 4 maggio 2010

Conosco i miei polli?

Questa la mail inviata a tutti gli studenti di matematica da uno dei "capi" del DMI:
Vi giro questa segnalazione: mi sembra davvero molto interessante, fate circolare l'informazione

La segnalazione riguarda «due posizioni per uno stage di formazione» riguardo «un progetto internazionale per lo sviluppo di software per la simulazione numerica della materia». Un progetto molto affascinante, realizzato da un Ente Scientifico serio e di livello nonché discretamente retribuito.

Peccato che per uno dei due posti richiedano:
• buona conoscenza JAVA
• conoscenza di base di networking
• conoscenza di base XML
e per l'altro:
• buona conoscenza FORTAN
• conoscenza di base gestione IO
• conoscenza di base XML
cioè cose che il Corso di Laurea in matematica non offre.

Sarà anche interessante, ma non riesco davvero a capire con che coraggio si possa fare seriamente a degli studenti del tutto sprovvisti dei requisiti minimi (fatto salvo che abbiano studiato per conto loro, ma è un altro discorso) una proposta del genere.

lunedì 3 maggio 2010

Rapina spettacolare


Se ingrandite l'immagine qui sopra, vedrete lo screenshot di Google News di questo pomeriggio. La cosa curiosa è che sotto la voce Spettacoli è finita la notizia «Rapina in casello autostrada a Bari».
Il comunicato dell'ANSA era questo:
(ANSA) - BARI, 3 MAG - Rapina al casello Bari Nord dell'A14: tre malviventi, con il volto coperto, si sono impossessati di circa 200 mila euro. Secondo una prima ricostruzione, i tre hanno aperto con la fiamma ossidrica tre casseforti e sono poi fuggiti su un mezzo della società Autostrade su cui hanno caricato una quarta cassaforte. Sull'episodio indaga la polizia.

Mi chiedo quale parola abbia causato il corto circuito contribuendo così all'attribuzione errata.


Aggiornamento del 5 maggio
Anche oggi un refuso analogo: «Inchiesta G8: il 15 giugno processo per scuola cc Firenze», sempre nella colonna Spettacoli. Ho idea che i casi del genere sono più frequenti di quanto avessi pensato all'inizio...


giovedì 15 aprile 2010

Ciao Raimondo



Raimondo Vianello è morto - intorno alle 7 - all'ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato qualche giorno fa. L'attore, tra i padri fondatori del varietà formato tv, avrebbe compiuto 88 anni a maggio.

Mi spiace che questo blog si stia trasformando in una sequenza di necrologi, ma quando ho deciso di aprire il blog mi sono ripromesso di ricordare le persone celebri che per me, per un motivo o l'altro, sono state importanti o con cui sono cresciuto. Purtroppo in questi primi mesi sono stati più i lutti che le mie occasioni di scrivere un post; spero possano passare molti mesi prima che io sia costretto a scrivere un altro in memoria.

martedì 13 aprile 2010

Non aprite quella mail...

Tornato a casa controllo la mail e trovo un messaggio proveniente dalla mailing list di una libreria di fiducia. La mail ha come oggetto:

GIA' DISPONIBILE "TRIESTE '45" di PUPO

Cosa?!? Pupo si è messo a scivere libri su Trieste nei 45 giri? Non so se svenire, se sfasciare il computer o se far partire qualche azione legale nei confronti del cantante.

Poi apro la mail e leggo. E scopro la verità: Raoul Pupo ha scitto un libro su Trieste nel 1945.

Dimmi tu se devono far spaventare così la gente...

Non ci provare!


Mi sono accorto solo oggi di un messaggio del 24 marzo, finito nella mia casella di spam, il cui oggetto è:

Giorgia Surina ti invita su nonTelevendo

Credo sia il mio primo due di picche ad una avance che non ho mai fatto...

mercoledì 31 marzo 2010

Ciao Nicola



Nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 marzo è morto per un infarto Nicola Arigliano. Il cantante, 87 anni, abitava da quattro anni a Calimera, in provincia di Lecce, nell’istituto Gino Cucurachi, un centro per anziani. Era originario di Squinzano, sempre in provincia di Lecce, dove era nato il 6 dicembre 1923.

Non l'ho mai conosciuto ma ricordo le sue canzoni e la sua comparsata ne I tre moschettieri di Biblioteca di Studio Uno dove faceva Rochefort. Il buon .mau. in un post sul suo blog di oggi dice di ricordarlo per una pubblicità. Onestamente quella pubblicità non la ricordo, ma ricordo quelle che hanno segnato la vita di Franco Cerri, di Paolo Ferrari e del compianto Tino Scotti. È abbastanza triste che un grande artista venga ricordato solo per aver detto: «Sì, anch'io soffro di disturbi intestinali, ma con Panciaben ho risolto tutti i miei problemi!». Ed è ancora più triste quando per la strada la gente lo ferma dicendogli: «Ma lei è quello della pubblicità».

martedì 30 marzo 2010

La finestra

Questa storia è di qualche tempo fa, ma mi fa piacere raccontarla.
Nel DMI il secondo e il terzo piano, a parte un paio di aule, sono interamente dedicati agli uffici dei profesori. Per (balzane) questioni di sicurezza, davanti alla finestra di ogni ufficio c'è una specie di ringhiera che previene aspiranti suicidi dal compiere l'insano gesto. A causa di questa ringhiera, però, è impossibile aprire completamente la finestra. Potrete dunque capire come possa risultare estremamente difficoltoso arieggiare la stanza.
Un professore, chiamiamolo Turing per comodità, ha l'ufficio al terzo piano e un giorno si è stufato di non poter aprire completamente la finestra. «Fa caldo, ho bisogno di aria e se qua c'è una finestra, io devo poterla aprire», si è detto. «E poi in tanti anni di insegnamento nessuno ha mai scelto la finestra del mio ufficio per suicidarsi». Così si è munito di cacciavite e ha tolto la ringhiera dal muro, ottenendo così la libertà di cambiare aria all'ufficio in ogni momento. Fatto questo lavoro, però, ha avuto un rimorso di coscienza: «E se poi qualcuno decide davvero di suicidarsi usando il mio ufficio per gettarsi nel vuoto?». Così il nostro Turing ha pensato di attaccare alla finestra un cartello con su scritto "Pericolo di morte". «Così però rischio di spaventare le persone che entrano nel mio ufficio», si disse. E quindi ha deciso di attaccare ugualmente il cartello ma con la scritta non in italiano ma in turco!

Di fronte al DMI, a poco meno di 10 metri, c'è un altro edificio il quale fa da barrierra artificiale al sole così che quasi nessuno degli uffici del secondo e terzo piano siano colpiti dal sole, in nessuna stagione dell'anno. Quando il Direttore di Dipartimento acquistò e fece installare delle tendine per ogni ufficio, i tecnici si presentarono anche dal nostro Turing. «Io non ho bisogno di una tenda», disse questi. «Non ho mai sole nel mio ufficio, e il palazzo di fronte non ha finestre che diano direttamente sul mio ufficio, quindi nessuno può spiarmi. Inoltre la tenda mi impedisce di aprire completamente la finestra». Vista la perplessità nel viso degli operai, Turing chiese: «Potete non montare la tenda nel mio ufficio?». «No», fu la risposta. «Noi siamo stati chiamati per montare 50 tende e a fine giornata dobbiamo aver montato 50 tende». Turing ci pensò un attimo e poi chiese: «Potete montare la tenda in modo che, una volta chiusa, copra il muro e non la finestra?». «Certo», risposero gli operai, «l'importante per noi è averla montata».

Così ancora oggi al terzo piano del DMI si trova un ufficio in cui la tenda scopre un pezzo di muro e la finestra è priva di ringhiera ma ha un cartello con scritto, in turco, "Pericolo di morte".

lunedì 29 marzo 2010

Il giovedì nero delle biblioteche

Ripesco oggi una notizia che ho appreso grazie ad Ipazia per parlare di biblioteche universitarie.

Qui da noi, per ora, non ci sono stati sgomberi di libri - di computer sì, ma è un'altra storia che forse vi racconterò quando sarà finita - ma oggi ho scoperto una cosa.
Giovedì scorso (evidentemente era la giornata giusta per le cattiverie verso i libri) in biblioteca di medicina si inzia a sentire un fastidioso odore. Un non eccessivamente rapido controllo da parte degli addetti e si scopre che un tubo è saltato e sta spandendo gas. Parte l'impianto antincendio che sparge schiuma biancastra un po' dappertutto. Vengono chiamati i pompieri ma - attenzione! - non viene evacuato l'edificio. Infatti i ragazzi in aula studio cominciano ad accusare un po' di mal di testa, senza però capire bene cosa stia succedendo.

Stamattina la biblioteca era ancora chiusa, transennata con del nastro bianco e rosso attaccato alla bell'e meglio, con uno striminzito cartello che non spiega niente. Nei corridoi l'odore di metano misto a vernice è ancora presente. Non si sa se il tubo sia stato chiuso o, almeno, se la fuoriuscita di gas sia stata fermata. A dire il vero, non si sa neanche che gas fosse. Non si sa in che condizioni sono i libri né quanto ci vorrà prima di poter riaprire la biblioteca.

Per carità, sono sicuro che ognuno stia facendo il suo dovere e lo stia facendo al meglio. Le due cose che davvero mi lasciano perplesso sono: 1. che non sia stato evacuato immediatamente l'edificio appena scoperta la fuga di gas e 2. che, se la puzza è ancora così forte, nessuno abbia pensato di avvertire di eventuali pericoli (non fumare, non respirare, arieggiare le stanze, fare attenzione...). A meno che non abbiano deciso di usare gli studenti come rilevatori: se ne trovano uno boccheggiante a terra significa che il guasto non è riparato.

Se non veniamo decimati, vi farò sapere come evolve la cosa nei prossimi giorni.

lunedì 22 marzo 2010

L'arte di dare le notizie

Questa è una notizia data stamattina dal TG4, riportata così com´è stata pronunciata:

È morto in Baviera Volfang Vacner, nipote di Riciard Vacner, da molti anni storico direttore del festival di Bairùt.

Strano, vero? C´è qualcosa di familiare nei nomi, ma non è chiaro... In effetti la notizia vera era questa:

È morto in Baviera Wolfgang Wagner, nipote di Richard Wagner, da molti anni storico direttore del festival di Bayreuth.

Quando si dice la professionalità...


(Grazie ad Aureliano per la segnalazione)

mercoledì 10 marzo 2010

Ciao Peter...



Peter Van Wood è morto stamattina al Policlinico Gemelli di Roma ad 83 anni, dopo una lunga malattia.

Non ho mai capito la deriva astrologica che ha preso, ma le sue canzoni restano nella storia della musica italiana. Nel video la sua interpretazione di Scapricciatello con il Van Wood Quartet.

venerdì 5 marzo 2010

Chi esser tu?


La simpatica ragazza nella foto si chiama Mia Wasikowska ed è la protagonista di Alice in Wonderland, il nuovo film di Tim Burton.
Se lo dico è perché il nome di questa ragazza non compare nei trailer (né in quelli lunghi, da cinema, né in quelli corti, da Tv) mentre sulle locandine è nominata solo in piccolo, in basso, tra i vari membri del cast. Eppure Mia Wasikowska nel film interpreta il personaggio che dà il titolo al film. Capite? È come fare una versione cinematografica di Aida e mettere in locandina solo il nome dell'attore che interpreta Amonasro.
Gli unici due nomi ad essere citati nei vari trailer sono quelli di Tim Burton - giusto, è il regista - e di Johnny Depp. Certo, mi rendo conto: Depp è strafamoso e Wasikowska è sconosciuta e difficile da pronunciare, ma almeno per il ruolo eponimo potevano sprecarsi...

martedì 2 marzo 2010

Sette volte sette


Non voglio parlare di politica, come già detto in passato, e non voglio fare facili battute, ma questa va condivisa.

Stamattina in Università dei volenterosi ragazzi hanno distribuito i volantini che vedete nell'immagine qui sopra, per un incontro che si terrà domani. Però domani è mercoledì, non martedì.
Se non sanno neanche leggere un calendario, mi sa che sono messi maluccio...

lunedì 22 febbraio 2010

Perché Sanremo eh...


Rieccomi, dopo cinque giorni d'Inferno e uno di decompressione!
Che dire? Tutto il male possibile. L'assenza della Gialappa's Band è stata terribile ma devo ammettere che Macchianera ha fatto comunque un lavoro meritorio e più che buono per sopperire alla mancanza*.
Ha vinto Scanu, che non so chi sia. Ma ha battuto i tre filibustieri e tanto mi basta.

Dopo cinque (più uno) giorni di tregenda posso comunque affermare che:
- trovo ancora irritante l'apertura alle canzoni in dialetto, ma ammetto che quella di Nino D'Angelo era una delle migliori di questa edizione (e ho detto tutto...);
- trovo ancora demenziale che un cantante uscito da X Factor sia nella stessa categoria di Enrico Ruggeri. Eppure il buon Mengoni è entrato nella terna finale mentre Ruggeri è stato retrocesso ad un altro anno. A dire il vero penso che quella di Ruggeri fosse la migliore canzone di questa edizione. Se magari questo servisse a risparmiarci un'altra serie di Mistero...;
- trovo ancora estremamente fastidioso Povia (sic et simpliciter);
- ho deciso riguardo la presenza di Cristicchi. E il mio voto è negativo. Certo, non è ai livelli infimi di Ti regalerò una rosa ma la sapida gag su "Sarko-no e Sarkozy" se la poteva davvero risparmiare;
- avrei detto che trovo ancora inutile la presenza di Arisa se non fosse stato per la serata di venerdì. La canzone nell'arrangiamento "da concorso" è davvero brutta, ma con l'arrangiamento jazz proposto venerdì sera diventa una meraviglia. Peccato: giocandosela meglio forse avrebbe scalato un po' di più la classifica;
- mai come ora trovo ignobile ed indifendibile la decisione di ospitare Emanuele Filiberto sul palco come cantante. E l'ospitata di Lippi... Davvero, non ho parole. Solidarietà agli orchestrali e basta.

I Giovani li ho ascoltati poco e male e quindi non ne parlo. Ma c'è una cosa che devo fare:


Lei è Nina Zilli. Ha vinto il Premio della Critica Mia Martini con il brano L'uomo che amava le donne. Ma soprattutto è stata l'unica a dire «Mentuccia» in occasioni pubbliche (e oltretutto l'ha detto ai due sciamannati di "Traffic", quindi doppia soddisfazione!). Perciò, come promesso, ecco il link alla sua canzone su iTunes.

E per quest'anno è finita. Tra undici mesi ricominciano le polemiche. Incominciate ad allenarvi fin da adesso, mi raccomando!


* A proposito di mancanza, se ancora non sapete i motivi di questa storica assenza dei tre, farevi un giro qua e poi ne riparliamo.

martedì 16 febbraio 2010

Ciao Gian



L'altra notte è morto Gianfabio Bosco, noto ai più come Gian del duo Ric & Gian. Aveva 73 anni ed era ricoverato da qualche tempo all'ospedale di Lavagna per un aneurisma.

Naturalmente lo conoscevo per i suoi lavori televisivi, teatrali e radiofonici. In particolare ricordo Che domenica ragazzi in cui affiancava Lino e Rosanna Banfi, Massimo Giuliani e Angiolina Quinterno in sketch e parodie scritte da Dino e Gustavo Verde. Uno degli ultimi veri varietà radiofonici.

lunedì 15 febbraio 2010

Da leccarsi i baffi


Giuro che se qualcuno mi avesse detto: «Un giorno scriverai un post sul blog a favore di Beppe Bigazzi», l’avrei preso in giro fino alla morte. Invece è successo.

Ricapitoliamo i fatti. Un giorno Bigazzi a La prova del cuoco parla di carne di gatto (trovate lo spezzone su YouTube se lo cercate. Non lo linko ma voi siete sgamati e lo reperite senza problemi). Se guarderete il video, come vi prego di fare, noterete che Bigazzi non dà mai «una ricetta per cucinare i gatti», come si legge su tutte le agenzie. Bigazzi si limita a citare un proverbio dei suoi tempi e a raccontare di come una volta si mangiava il gatto. Perché, se non lo sapete, una volta i gatti si mangiavano, c’è poco da fare.
Chiara la cosa? Se io in Tv dico che un tempo si versava della pece bollente sugli assedianti per farli desistere dal loro proposito di attaccare il castello, vengo denunciato per istigazione a delinquere. Mi immagino quante querele avrà a suo carico Alberto Angela per tutti quei vergognosi programmi di approfondimento storico!
A parte le battute mi chiedo: la carne di manzo la si mangia tranquillamente, mi pare. E se ne parla in Tv altrettanto tranquillamente. Eppure non ho mai sentito di gente che, dopo un approfondimento di Bigazzi sia andato in campagna a squartare mucche per portarsele a casa e farle alla brace. Voglio dire, è normale che ci sia qualche stupido pazzo idiota il quale, dopo aver sentito parlare di carne di gatto, andrà ad ammazzare un gatto. Ma se ragioniamo così allora è tutta un’istigazione. Non mostriamo più film in cui ci sia un triangolo amoroso perché sarebbe istigazione all’adulterio. Non parliamo più di guerra in Afghanistan perché è istigazione al genocidio. Via i telegiornali: parlare di cronaca nera istiga alla violenza. Capite la demenzialità?

Questo è un tipico caso di “sentito dire”: un tizio (a mio avviso anche abbastanza insulso, peraltro) racconta di una pratica in uso in tempi ormai passati. Qualcuno recepisce male il pezzetto di conversazione, lo estrapola dal contesto e lo segnala. La cosa monta fino ad arrivare ai giornali che citano dichiarazioni a caso senza sapere bene di cosa si sta parlando (o, ancor più colpevolmente, sapendo benissimo di cosa si sta parlando ma fomentando la polemica per vendere più copie del quotidiano). Non ci credete? Leggete il sommario dell’articolo apparso sul Corriere di oggi:

Stop per Beppe Bigazzi: aveva dato consigli per cuocere i felini, dicendo di esserne un consumatore. «Io frainteso»
Le parti vere sono “Stop per Beppe Bigazzi” e “«Io frainteso»”. Il resto è falso. Se guardate il video vi accorgerete che non dà indicazioni per cuocere i felini e non dice di essere un consumatore ma – testuale - «Io l’ho mangiato tante volte». Che, notate, è una cosa diversa dal dichiarare di esserne un consumatore.

La nota del presidente dell’ENPA, poi, è talmente assurda che non ha senso neppure commentarla, oltretutto tenuto conto di quando detto finora.

Non so come finirà la storia. Come detto non stravedo per Bigazzi e non seguo La prova del cuoco quindi, tendenzialmente delle sorti del tale m’importa poco. Mi dispiacerebbe però che fosse cacciato dalla Rai solo per questa sterile polemica creata con nulla dal nulla.

Oh when the saints



Ieri ho parlato di San Valentino, oggi voglio restare in argomento e parlare di Sanremo.
Comincio col dire che, in generale, a me il Festival non dispiace. Naturalmente bisogna vedere chi lo presenta, come lo conduce, chi sono i cantanti in gara, come sono le canzoni eccetera. Ad esempio, fino a pochi mesi fa pensavo che le edizioni peggiori fossero quelle presentate da Paolo Bonolis. Ho paura però che quest'anno arriveremo a picchi di bassezza che Bonolis se li sognava.

Quest'anno il Festival è stato affidato ad Antonella Clerici. Il fatto è che la Clerici non la sopporto. Intendiamoci, nulla di personale; è solo che non non mi piace il suo modo di condurre e di impostare le trasmissioni che presenta.Questo non è un problema, ovviamente: non seguo i suoi programmi e finita là. Il fatto è che conosco il suo stile di conduzione e ho paura di come possa aver impostato il Festival. Spero vivamente manterrà un tono sobrio.
Cantanti e canzoni. Trovo irritante che quest'anno possano partecipare anche le canzoni in dialetto, questo a prescidere da chi è il cantante e da che canzone presenta. Trovo demenziale che un cantante uscito da X Factor, per quanto bravo egli possa essere (non l'ho mai sentito, quindi non giudico a priori), sia nella stessa categoria di Enrico Ruggeri. Trovo estremamente fastidioso che Povia presenti una canzone, sulla vicenda di Eluana, nella quale mette becco (duh!) in una storia privata su cui era preferibile tacere. Trovo noiose le storie attorno a Morgan (no, non Morgan; le storie attorno a Morgan). Trovo indecidibile la presenza di Cristicchi (ho amato Che bella gente tanto quanto ho odiato Ti regalerò una rosa): sono molto curioso di ascoltare la sua canzone. Trovo inutile la presenza di Arisa: benché sia la pupilla del Maestro (maiuscola intenzionale) Lelio Luttazzi, non mi ha per niente convinto l'anno scorso. Trovo indifendibile la decisione di ospitare Emanuele Filiberto sul palco come cantante.

Il vertice estremo di bassezza è però la sospensione di Rai dire Sanremo, il programma della Gialappa's Band. L'illuminato neo-direttore di Radio 2, Mucciante, ha cancellato la trasmissione meno di due settimane prima del suo inizio a causa di oscuri motivi legati ai compensi. Tutto ciò nonostante gli spazi pubblicitari siano già stati venduti da mesi a caro prezzo e smentendo le dichiarazioni di dicembre dello stesso direttore che aveva dichiarato di voler trasformare Radio 2 in una radio per giovani. Al posto del mitico trio* ci saranno Pastore e Lodigiani (avete presente? Quelli che conducono "Traffic", la trasmissione che ha sostituito Condor, quelli che sanno fare i gggiovani ma non sanno fare la radio,... Ecco, quelli!) come "inviati speciali dal retropalco dell'Ariston". Peccato (e mi sono moderato per mantenere il blog a livelli civili...) perché quello era l'unico modo per sopportare questo Sanremo.

Personalmente ho già deciso: seguirò il Festival con Gli Aristonati, il commento di MacchiaRadio su Radionation (avete presente? Gianluca Neri, Matteo Bordone, quelli che conducevano Condor e Kondor,... Ecco, quelli!).
Vi racconterò le mie impressioni alla fine dei cinque giorni (ammesso che ne esca vivo e in buona salute...).


* Probabilmente lo saprete, ma all'inizio Mucciante per le quattro e passa ore di radiocronaca del Festival voleva scritturare Dose & Presta, i conduttori del Ruggito del coniglio. Ora, chiunque abbia sentito almeno una volta la trasmissione quotidiana dei due sa benissimo qual è il loro punto di vista riguardo quel genere di canzoni e riguardo Sanremo in generale. Ma c'è di più! Per rompersi gli zebedei per quattro e più ore a commentare il festival, il geniale direttore offriva loro molto meno di quanto prendono regolarmente per la trasmissione quotidiana che è molto più divertente e che di ore ne dura solo due. Una politica di rete sublime, oserei dire!

domenica 14 febbraio 2010

Regalo di San Valentino


L'altro giorno ero in uno dei discount della città e la signora in coda prima di me alla cassa stava pagando, assieme a tutta la sua spesa, anche una piccola piantina in vaso. Non so il prezzo dell'oggettino, ma stimando le dimensioni della pianta e i prezzi del discount direi che non superiamo i 3 euro.
Il cassiere passa il codice a barre della pianta sul lettore ottico e la signora gli dice: «Certo che potreste regalare queste alle donne per San Valentino. Sarebbe un bel gesto, no?».

Ora, al di là del valore della festa di San Valentino, che personalmente reputo essere solo consumistico - tanto più che la maggior parte della gente che lo festeggia non ha nemmeno idea di chi fosse San Valentino né cosa abbia fatto nella sua vita -, trovo la richiesta della signora completamente demenziale.
Per quale motivo un supermercato dovrebbe fare un regalo - solo alle donne, poi... - per San Valentino? Posso capire, e credetemi lo faccio a fatica, per la festa delle donne. Ma San Valentino, la "festa degli innamorati" (virgolette intenzionali)? Perché il discount dice alle donne: «Io mi sono innamorato dei soldi che mi lasci quando vieni a fare la spesa»?.

Il cassiere (un uomo, un mito) non ha aperto bocca per replicare. Si è limitato a leggere il totale del conto evitando così polemiche inutili.
È proprio vero che certa gente non ha il senso della misura.

venerdì 12 febbraio 2010

La venticinquesima ora


Ho notato da parecchio tempo che se un film o una trasmissione Tv cominciano a mezzanotte e - poniamo - venti, diverse reti televisive e alcuni giornali quotidiani riportano come ora di inizio 24.20.
Ora, da piccolo mi hanno insegnato che il giorno ha 24 ore e che dopo le 23.59 ritornano le 0.00, mezzanotte. Questo anche per un fatto logico: scrivere 24.20 presuppone che esista un'ora 25.00 e cioè che il giorno duri un'ora in più di quanto in realtà faccia.
Evidentemente chi scrive 24.20 o non ha studiato a sufficienza a scuola o difetta un po' nei ragionamenti logici. Mi piacerebbe però sapere da queste persone le ragioni della loro scelta e, soprattutto, perché nessuno abbia ancora fatto notare loro l'errore grossolano che stanno commettendo per cercare di correggerlo.

sabato 6 febbraio 2010

Polvere e nient'altro che polvere...


Voi tutti saprete - o almeno immaginerete - l'ampia trafila burocratica per potersi laureare. Tra le varie cose da fare prima di poter ottenere l'ambito "pezzo di carta" bisogna consegnare una copia della tesi in Segreteria assieme ad un modulo in cui date o meno ad altri studenti la possibilità di consultare il vostro prezioso elaborato.
Bene.

Qui da noi la laurea in Informatica è triennale ed è attiva dal 2001. Ciò significa - per il momento - 7 anni di tesi. Certo, i numeri non sono nemmeno paragonabili ad ingegneria, per dire, ma è comunque materiale prodotto dagli studenti. Materiale per lo più sperimentale: non uno sterile copia-incolla da altri libri, ma un'applicazione sul campo (spesso aziende, non solo informatiche) di tutto quello che è stato insegnato nei vari corsi.
Bene.

Ho un amico, Dok, che studia Informatica al DMI e che recentemente ha finito gli esami. Indeciso su come impostare la tesi (quanto lunga? quale font? quali i margini? come suddividere i capitoli? quanto ampia la bibliografia? ...), ha pensato di consultarne alcune dei suoi compagni di corso degli anni passati.
Sul sito della Biblioteca le tesi di Informatica non sono catalogate. «Strano...» pensa il mio amico, e si reca di persona in Biblioteca centrale.

«Vorrei consultare alcune tesi triennali, ma ho visto sul sito che non sono catalogate», dice Dok alla bibliotecaria di turno.
«Strano», risponde la donna. «Di che Corso di Laurea?».
«Informatica»
«Ah, no» replica la bibliotecaria. «Le tesi di Informatica sono tutte in uno scatolone. E non credo verranno mai catalogate».

Le domande sarebbero tante: perché spendere soldi per rilegare una tesi che prenderà solo polvere e muffa in uno scatolone? Perché perdere una mattina intera per consegnare in Segreteria una tesi che finirà abbandonata in uno stanzino della Biblioteca? Perché perdere una mattinata (la stessa di prima, quando va bene; quando va male una diversa) per consegnare un modulo con il consenso alla consultazione della propria tesi se questa non potrà mai essere consultata?
Ma più che altro c'è lo sconforto di ragazzi che lavorano per dei mesi su una tesi che verrà spiegata for dummies in pubblico (qui Informatica non ha la prelaurea: al candidato sono concessi solo 15 minuti il giorno della laurea) e che, eccezion fatta per il loro relatore, nessuno mai leggerà perché in Biblioteca centrale nessuno si prende la briga di catalogare e mettere a disposizione.

martedì 2 febbraio 2010

Marmottine e marmottoni



In piedi campeggiatori, camperisti e campanari!

Oggi Punxsutawney Phil ha parlato ed ha annunciato ancora 6 settimane di freddo. Non è ancora tempo di riporre guanti, cappelli e sciarpe, miei cari marmottoni!


* Se non avete idea di cosa sto parlando, filate subito a guardare lo splendido Ricomincio da capo!

sabato 30 gennaio 2010

La prova del tassello


Ieri sono uscite le materie della seconda prova della maturità:
Versione di Greco al classico e compito di Matematica allo scientifico. E ancora: scritto di Lingua straniera al liceo linguistico, di Pedagogia al socio psico-pedagogico e di Figura disegnata al liceo artistico.

Ogni anno mi chiedo: c'è bisogno di dirlo? A parte il classico in cui latino e greco sono equamente probabili, generalmente tutte le altre materie sono ovvie.
Matematica allo scientifico. Grazie al cavolo, e cos'altro? Sì, è vero: potrebbe esserci latino anche allo scientifico, ma sarebba una cazzata immensa, roba da sollevazione popolare.
Lingua straniera al liceo linguistico. Ma davvero? Avrei detto Meccanica applicata.

Tanto più che questi articoli sembrano scritti con lo stampino, con un copia-incolla da quelli dell'anno scorso: capisco che ogni giorno c'è da riempire un intero giornale, ma ce n'è davvero bisogno?

venerdì 29 gennaio 2010

Viva la Rai


Da inizio mese sulle reti Rai sta passando un spot di rara bruttezza che ci ricorda di pagare il canone. Lo spot è terribile e per questo motivo non lo linkerò; se proprio volete, ve lo cercate da soli.
Ma lo spot può anche starci. Il problema non è nello spot, è nel fatto che nelle più disparate trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai ci venga ricordato di pagare il canone. L'altro giorno addirittura in un GR ho sentito il giornalista di turno leggere la notizia che il 31 gennaio scade il termine ultimo per rinnovare l'abbonamento bla bla bla.
Ora il canone, piaccia o non piaccia, è una tassa. A me, come presumo a tutti, arriva a casa un bollettino precompilato. Proprio per questo motivo non ho bisogno che per un mese intero qualcuno mi ricordi di pagare, altrimenti avrei bisogno di uno spot per la bolletta del gas, uno per quella della luce, uno per quella del telefono,...
È ovvio che la Rai ha interesse che la gente paghi il suo canone e il "funzionario Rai" [cit.] se ne frega se un telespettatore non paga il gas. La domanda è: davvero qualcuno ancora pensa che se una persona non ha intenzione di pagare il canone, il fatto che Amadeus o Veronica Maya per un mese intero dicano che invece è cosa buona e giusta le farà cambiare idea?
Certo, se pagare il canone servisse a bandire per sempre spot orridi come il suddetto, forse qualcuno potrebbe convincersi...

sabato 23 gennaio 2010

Nel 1492 Colombo scoprì il mio router



Una settimana fa acquisto un router nuovo per il mio computer. Con il mio amico G (che non finirò mai di ringraziare per la disponibilità e la pazienza) perdiamo quasi tre ore cercando di configurarlo. C'è da dire che Alice, il mio gestore ADSL, non ha una pagina web di informazioni per configurare un router, né fornisce le informazioni in un pratico manuale al momento della sottoscrizione del contratto. Così G ed io passiamo un pomeriggio per capire se il protocollo è PPPoA oppure PPPoE (per la cronaca, era PPPoE), se l'incapsulamento è VC-Mux o LLC (per la cronaca, era LLC) e millanta altri parametri del genere.

Dopo due ore di controlli e verifiche, ci accorgiamo che il router è rotto. Va male, dà problemi, il wireless non funziona e - anzi - fa piantare l'iPhone del mio amico G. Il cellulare si riprende solo dopo aver riavviato il router. Rotto, c'è poco da fare. Smadonnando, torniamo al negozio e ce lo facciamo cambiare*.
Tornati a casa passiamo una mezz'ora buona a riconfigurare tutto e - finalmente - sembra funzionare.

Sembra.

Perché non funziona. Anzi, no. Funziona a tratti. Certi siti li vedo benissimo, certi altri no. Così, a caso. Blogspot lo vedo perfetto (quasi sempre: alcuni blog si caricano a metà), Splinder non mi si apre. E avanti così. Certi sì, certi no, certi male, certi un po', certi sì ma dopo un'attesa di venti/venticinque minuti.
Ricontatto G, ovviamente, il quale scomoda tutto il DMI per trovare una soluzione. Proviamo a togliere firewall, a modificare DNS, ad abbassare i valori di MTU, a fare tunneling. Niente.

Ieri sera brainstorming-chat di gruppo per capire cosa non va. I vari consigli non sembrano funzionare: sono ancora tagliato fuori da un sacco di siti (sempre a casaccio). G consulta ancora forum on line e scherzando mi dice «L'MTU massimo per il PPPoE è 1492. L'avranno scelto per patriottismo?».
Poi ci pensa su e mi dice «Alza l'MTU a 1492». L'ho fatto.

E va.

Certo che i gestori di Alice potrebbero sprecarsi a mettere tutti questi dati in una pagina Internet...


* C'è da dire che i tecnici del negozio l'hanno cambiato subito e senza fare una piega, e di questo li ringrazio infinitamente. Già temevamo, G ed io, di dover litigare con commessi incompetenti. Invece tutto a posto. Almeno una cosa che funziona come si deve!

Varie dal mondo

Notizia di qualche giorno fa:
Sanremo: Clerici, volevo Michelle Obama al festival ma ha detto no
Seriamente, qualcuno ha davvero pensato avrebbe detto di sì?

***

Il Grande Fratello dei giornalisti
Esperimento estremo di informazione online. Cinque reporter saranno rinchiusi per una settimana in una casa e potranno accedere solo a Twitter e Facebook. Riusciranno a condurre i loro programmi?
L'esperimento si svolgerà in Francia. In Italia conosciamo già la risposta alla domanda: basta ascoltare un po' di radio (private e no). Metà dei programmi radiofonici vengono fatti sfruttando nient'altro che il traffico dei social network...

***

Il Papa parla di Internet. Sulla home del Corriere si legge:
Il Papa: «Evangelizzare Internet. Si apre l'era dei cyber-sacerdoti»
ma, cliccando sulla notizia, si legge:
Il Papa: «Evangelizzare il web. Si apre l'era dei cyber-preti»
Ora, premesso che mi risulta difficile credere che Ratzinger abbia mai pronunciato la parola cyber all'interno di un discorso, mi chiedo se qualcuno abbia mai insegnato a quelli del Corriere come usare le citazioni e cosa sia la coerenza interna.

mercoledì 20 gennaio 2010

Repetita...



Per dei motivi che non sto a spiegarvi, mi capita di dover tornare spesso nel mio ex-liceo. Liceo che ho frequentato per i canonici cinque anni e in cui ci sono ancora le stesse bidelle* che c'erano quando io ero studente. E bisogna dire che negli anni di liceo, a causa delle varie attività che svolsi (coro, giornalino, ...) mi son fatto abbastanza conoscere dalle signore della bidelleria.

Ora, io capisco che non è quello il loro lavoro, ma è possibile che ogni volta io debba passare dieci minuti a spiegare le stesse cose? Chi sono, cosa faccio là, perché mi trovo a scuola a quell'ora, di cosa ho bisogno...
Salvo poi sentirmi dire, dopo tutta la sfilza di spiegazioni: «Ah già, è vero!».
Salvo poi, dopo altri cinque minuti, sentirmi chiedere: «Ma quindi, cosa ci fai qua?».

Ho il sospetto che lo facciano apposta per vedere se sono preparato...


* Sì, lo so che "bidello" non si usa più. Si dovrebbe dire personale non docente o operatore scolastico o in qualche altro assurdo modo. Il fatto è che a me queste definizioni suonano terribilmente più ipocrite del termine originale. Tanto più che non ho ancora capito cosa ci sia di "non correct" nel termine bidello.

martedì 19 gennaio 2010

Storie dal DMI



Il Dipartimento di Matematica e Informatica (per gli amici DMI) è l'edificio che vedete nella foto ed è anche il luogo dove passo buona parte delle mie giornate.

Al terzo piano c'è un laboratorio di informatica (traduco: uno stanzone con dei computer accessibili agli studenti). Il codice non scritto che regola quell'aula è: porta aperta = non c'è lezione; porta chiusa = c'è lezione.
Stamattina sono arrivato e ho trovato, nell'ordine: la porta chiusa, una sola ragazza dentro l'aula (e fin qua va bene: non tutti son tenuti a sapere il codice non scritto), i condizionatori accesi e le finestre aperte.
Già da qualche giorno nell'aula a fianco al laboratorio campeggia un avviso che qualche savio ha redatto e che recita «Si prega di spegnere il riscaldamento prima di aprire le finestre». Quindi l'ignoto demente che apre le finestre senza spegnere il riscaldamento è recidivo. E sì che siamo in una facoltà scientifica: si suppone che chi lo frequenta abbia almeno le nozioni base di fisica.
In questi momenti ho la sensazione che certa gente non ce la possa proprio fare...

***

Sentita alle macchinette del caffè, pronunciata da un professore di analisi:
«Anche una chitarra è una matrice!»

Non ho voluto indagare oltre...

domenica 17 gennaio 2010

Salve!



Un paio di settimane fa il mio carissimo amico A. ha organizzato la festa per il suo compleanno in un cocktail bar della città. Io sono astemio e così molte delle persone con cui esco più di frequente, quindi non ho molte occasioni per andare in un cocktail bar durante l'anno (litote per dire che più di una o due volte all'anno non ci vado).

Bene, a fine serata me ne vado dal bar tra gli ultimi, assieme al mio amico. La cameriera al piano (quella che ci ha servito per tutta la sera e che ormai è amica di A. - effettivamente lui frequenta abbastanza quel locale) ci saluta e io le rispondo con un «Salve!».
Lei fa la finta risentita e mi dice: «Ma come "salve"? Sono offesa! Nessuno mi dice "salve"!». Io capisco che mi sta bonariamente prendendo in giro e sto al gioco. E poi ho la risposta pronta: «Dico sempre "salve". Non mi piace usare "buongiorno" o "buona sera", anche perché non so mai come usarli».

Chiariamo: non è che io sia così deficiente da non sapere quando è giorno o quando è sera. È che sono circondato da persone che evidentemente non hanno di meglio da fare che dar fastidio agli altri. Non so se è capitato anche a voi.
Buongiorno va benissimo la mattina presto. Poi, man mano che si va verso l'ora di pranzo c'è sempre uno che ti dice (con tono piccato): «Non si dice "buongiorno" dopo una cera ora». Peccato che nessuno abbia mai capito quale sia quest'ora; ormai sono convinto sia il quarto segreto di Fatima...
Se usi buon pomeriggio trovi sempre un altro che ti dice (sempre con tono piccato): «Non si usa "buon pomeriggio", si dice "buonasera"».
Se dici buonasera, trovi sempre un terzo che ti dice (ancora con tono piccato): «Ma non è ancora sera» oppure «Ma ormai è notte», a seconda dell'ora in cui avviene il dialogo.
Se dici buonanotte a qualcuno che cinque minuti dopo non è sotto le coperte, questo ti risponderà (ovviamente - che ve lo dico a fare? - con tono piccato): «Non sto andando mica a dormire!».
Ecco, ora avrete capito perché prediligo il Salve!.

Però la barista mi ha spiazzato. Alla mia obiezione ha risposto: «Beh, ma allora dimmi "ciao!"». Vero, avrei potuto. Ma c'è un motivo per cui non l'ho fatto. Perché ai negozianti, ai gestori di locali, ai professionisti e in generale a tutte le persone che non conosco, io do del lei. Per rispetto, innanzitutto, perché le persone stanno svolgendo un mestiere e dando loro del tu mi sembra di sminuire il loro lavoro. E poi per mantenere, almeno all'inizio, un po' di naturale distanza. Voglio dire, non è che il solo fatto di usufruire di un servizio nella tua attività commerciale mi dà il diritto di trattarti come un vecchio compagnone amico di mille avventure. Se poi, col tempo, divento un frequentatore abituale del tuo negozio/locale - e se tutti e due siamo d'accordo - allora passo senza problemi al tu. Ma pretenderlo come un atto dovuto mi dà profondamente fastidio.
E così non riesco a dire Ciao! ad una persona a cui do del lei. Mi spiace ma è più forte di me.

Quindi se incontrate una persona che vi dà del lei e vi dice Salve!, siate comprensivi: probabilmente non lo fa per irritarvi ma perché vi stima.