sabato 30 gennaio 2010

La prova del tassello


Ieri sono uscite le materie della seconda prova della maturità:
Versione di Greco al classico e compito di Matematica allo scientifico. E ancora: scritto di Lingua straniera al liceo linguistico, di Pedagogia al socio psico-pedagogico e di Figura disegnata al liceo artistico.

Ogni anno mi chiedo: c'è bisogno di dirlo? A parte il classico in cui latino e greco sono equamente probabili, generalmente tutte le altre materie sono ovvie.
Matematica allo scientifico. Grazie al cavolo, e cos'altro? Sì, è vero: potrebbe esserci latino anche allo scientifico, ma sarebba una cazzata immensa, roba da sollevazione popolare.
Lingua straniera al liceo linguistico. Ma davvero? Avrei detto Meccanica applicata.

Tanto più che questi articoli sembrano scritti con lo stampino, con un copia-incolla da quelli dell'anno scorso: capisco che ogni giorno c'è da riempire un intero giornale, ma ce n'è davvero bisogno?

venerdì 29 gennaio 2010

Viva la Rai


Da inizio mese sulle reti Rai sta passando un spot di rara bruttezza che ci ricorda di pagare il canone. Lo spot è terribile e per questo motivo non lo linkerò; se proprio volete, ve lo cercate da soli.
Ma lo spot può anche starci. Il problema non è nello spot, è nel fatto che nelle più disparate trasmissioni televisive e radiofoniche della Rai ci venga ricordato di pagare il canone. L'altro giorno addirittura in un GR ho sentito il giornalista di turno leggere la notizia che il 31 gennaio scade il termine ultimo per rinnovare l'abbonamento bla bla bla.
Ora il canone, piaccia o non piaccia, è una tassa. A me, come presumo a tutti, arriva a casa un bollettino precompilato. Proprio per questo motivo non ho bisogno che per un mese intero qualcuno mi ricordi di pagare, altrimenti avrei bisogno di uno spot per la bolletta del gas, uno per quella della luce, uno per quella del telefono,...
È ovvio che la Rai ha interesse che la gente paghi il suo canone e il "funzionario Rai" [cit.] se ne frega se un telespettatore non paga il gas. La domanda è: davvero qualcuno ancora pensa che se una persona non ha intenzione di pagare il canone, il fatto che Amadeus o Veronica Maya per un mese intero dicano che invece è cosa buona e giusta le farà cambiare idea?
Certo, se pagare il canone servisse a bandire per sempre spot orridi come il suddetto, forse qualcuno potrebbe convincersi...

sabato 23 gennaio 2010

Nel 1492 Colombo scoprì il mio router



Una settimana fa acquisto un router nuovo per il mio computer. Con il mio amico G (che non finirò mai di ringraziare per la disponibilità e la pazienza) perdiamo quasi tre ore cercando di configurarlo. C'è da dire che Alice, il mio gestore ADSL, non ha una pagina web di informazioni per configurare un router, né fornisce le informazioni in un pratico manuale al momento della sottoscrizione del contratto. Così G ed io passiamo un pomeriggio per capire se il protocollo è PPPoA oppure PPPoE (per la cronaca, era PPPoE), se l'incapsulamento è VC-Mux o LLC (per la cronaca, era LLC) e millanta altri parametri del genere.

Dopo due ore di controlli e verifiche, ci accorgiamo che il router è rotto. Va male, dà problemi, il wireless non funziona e - anzi - fa piantare l'iPhone del mio amico G. Il cellulare si riprende solo dopo aver riavviato il router. Rotto, c'è poco da fare. Smadonnando, torniamo al negozio e ce lo facciamo cambiare*.
Tornati a casa passiamo una mezz'ora buona a riconfigurare tutto e - finalmente - sembra funzionare.

Sembra.

Perché non funziona. Anzi, no. Funziona a tratti. Certi siti li vedo benissimo, certi altri no. Così, a caso. Blogspot lo vedo perfetto (quasi sempre: alcuni blog si caricano a metà), Splinder non mi si apre. E avanti così. Certi sì, certi no, certi male, certi un po', certi sì ma dopo un'attesa di venti/venticinque minuti.
Ricontatto G, ovviamente, il quale scomoda tutto il DMI per trovare una soluzione. Proviamo a togliere firewall, a modificare DNS, ad abbassare i valori di MTU, a fare tunneling. Niente.

Ieri sera brainstorming-chat di gruppo per capire cosa non va. I vari consigli non sembrano funzionare: sono ancora tagliato fuori da un sacco di siti (sempre a casaccio). G consulta ancora forum on line e scherzando mi dice «L'MTU massimo per il PPPoE è 1492. L'avranno scelto per patriottismo?».
Poi ci pensa su e mi dice «Alza l'MTU a 1492». L'ho fatto.

E va.

Certo che i gestori di Alice potrebbero sprecarsi a mettere tutti questi dati in una pagina Internet...


* C'è da dire che i tecnici del negozio l'hanno cambiato subito e senza fare una piega, e di questo li ringrazio infinitamente. Già temevamo, G ed io, di dover litigare con commessi incompetenti. Invece tutto a posto. Almeno una cosa che funziona come si deve!

Varie dal mondo

Notizia di qualche giorno fa:
Sanremo: Clerici, volevo Michelle Obama al festival ma ha detto no
Seriamente, qualcuno ha davvero pensato avrebbe detto di sì?

***

Il Grande Fratello dei giornalisti
Esperimento estremo di informazione online. Cinque reporter saranno rinchiusi per una settimana in una casa e potranno accedere solo a Twitter e Facebook. Riusciranno a condurre i loro programmi?
L'esperimento si svolgerà in Francia. In Italia conosciamo già la risposta alla domanda: basta ascoltare un po' di radio (private e no). Metà dei programmi radiofonici vengono fatti sfruttando nient'altro che il traffico dei social network...

***

Il Papa parla di Internet. Sulla home del Corriere si legge:
Il Papa: «Evangelizzare Internet. Si apre l'era dei cyber-sacerdoti»
ma, cliccando sulla notizia, si legge:
Il Papa: «Evangelizzare il web. Si apre l'era dei cyber-preti»
Ora, premesso che mi risulta difficile credere che Ratzinger abbia mai pronunciato la parola cyber all'interno di un discorso, mi chiedo se qualcuno abbia mai insegnato a quelli del Corriere come usare le citazioni e cosa sia la coerenza interna.

mercoledì 20 gennaio 2010

Repetita...



Per dei motivi che non sto a spiegarvi, mi capita di dover tornare spesso nel mio ex-liceo. Liceo che ho frequentato per i canonici cinque anni e in cui ci sono ancora le stesse bidelle* che c'erano quando io ero studente. E bisogna dire che negli anni di liceo, a causa delle varie attività che svolsi (coro, giornalino, ...) mi son fatto abbastanza conoscere dalle signore della bidelleria.

Ora, io capisco che non è quello il loro lavoro, ma è possibile che ogni volta io debba passare dieci minuti a spiegare le stesse cose? Chi sono, cosa faccio là, perché mi trovo a scuola a quell'ora, di cosa ho bisogno...
Salvo poi sentirmi dire, dopo tutta la sfilza di spiegazioni: «Ah già, è vero!».
Salvo poi, dopo altri cinque minuti, sentirmi chiedere: «Ma quindi, cosa ci fai qua?».

Ho il sospetto che lo facciano apposta per vedere se sono preparato...


* Sì, lo so che "bidello" non si usa più. Si dovrebbe dire personale non docente o operatore scolastico o in qualche altro assurdo modo. Il fatto è che a me queste definizioni suonano terribilmente più ipocrite del termine originale. Tanto più che non ho ancora capito cosa ci sia di "non correct" nel termine bidello.

martedì 19 gennaio 2010

Storie dal DMI



Il Dipartimento di Matematica e Informatica (per gli amici DMI) è l'edificio che vedete nella foto ed è anche il luogo dove passo buona parte delle mie giornate.

Al terzo piano c'è un laboratorio di informatica (traduco: uno stanzone con dei computer accessibili agli studenti). Il codice non scritto che regola quell'aula è: porta aperta = non c'è lezione; porta chiusa = c'è lezione.
Stamattina sono arrivato e ho trovato, nell'ordine: la porta chiusa, una sola ragazza dentro l'aula (e fin qua va bene: non tutti son tenuti a sapere il codice non scritto), i condizionatori accesi e le finestre aperte.
Già da qualche giorno nell'aula a fianco al laboratorio campeggia un avviso che qualche savio ha redatto e che recita «Si prega di spegnere il riscaldamento prima di aprire le finestre». Quindi l'ignoto demente che apre le finestre senza spegnere il riscaldamento è recidivo. E sì che siamo in una facoltà scientifica: si suppone che chi lo frequenta abbia almeno le nozioni base di fisica.
In questi momenti ho la sensazione che certa gente non ce la possa proprio fare...

***

Sentita alle macchinette del caffè, pronunciata da un professore di analisi:
«Anche una chitarra è una matrice!»

Non ho voluto indagare oltre...

domenica 17 gennaio 2010

Salve!



Un paio di settimane fa il mio carissimo amico A. ha organizzato la festa per il suo compleanno in un cocktail bar della città. Io sono astemio e così molte delle persone con cui esco più di frequente, quindi non ho molte occasioni per andare in un cocktail bar durante l'anno (litote per dire che più di una o due volte all'anno non ci vado).

Bene, a fine serata me ne vado dal bar tra gli ultimi, assieme al mio amico. La cameriera al piano (quella che ci ha servito per tutta la sera e che ormai è amica di A. - effettivamente lui frequenta abbastanza quel locale) ci saluta e io le rispondo con un «Salve!».
Lei fa la finta risentita e mi dice: «Ma come "salve"? Sono offesa! Nessuno mi dice "salve"!». Io capisco che mi sta bonariamente prendendo in giro e sto al gioco. E poi ho la risposta pronta: «Dico sempre "salve". Non mi piace usare "buongiorno" o "buona sera", anche perché non so mai come usarli».

Chiariamo: non è che io sia così deficiente da non sapere quando è giorno o quando è sera. È che sono circondato da persone che evidentemente non hanno di meglio da fare che dar fastidio agli altri. Non so se è capitato anche a voi.
Buongiorno va benissimo la mattina presto. Poi, man mano che si va verso l'ora di pranzo c'è sempre uno che ti dice (con tono piccato): «Non si dice "buongiorno" dopo una cera ora». Peccato che nessuno abbia mai capito quale sia quest'ora; ormai sono convinto sia il quarto segreto di Fatima...
Se usi buon pomeriggio trovi sempre un altro che ti dice (sempre con tono piccato): «Non si usa "buon pomeriggio", si dice "buonasera"».
Se dici buonasera, trovi sempre un terzo che ti dice (ancora con tono piccato): «Ma non è ancora sera» oppure «Ma ormai è notte», a seconda dell'ora in cui avviene il dialogo.
Se dici buonanotte a qualcuno che cinque minuti dopo non è sotto le coperte, questo ti risponderà (ovviamente - che ve lo dico a fare? - con tono piccato): «Non sto andando mica a dormire!».
Ecco, ora avrete capito perché prediligo il Salve!.

Però la barista mi ha spiazzato. Alla mia obiezione ha risposto: «Beh, ma allora dimmi "ciao!"». Vero, avrei potuto. Ma c'è un motivo per cui non l'ho fatto. Perché ai negozianti, ai gestori di locali, ai professionisti e in generale a tutte le persone che non conosco, io do del lei. Per rispetto, innanzitutto, perché le persone stanno svolgendo un mestiere e dando loro del tu mi sembra di sminuire il loro lavoro. E poi per mantenere, almeno all'inizio, un po' di naturale distanza. Voglio dire, non è che il solo fatto di usufruire di un servizio nella tua attività commerciale mi dà il diritto di trattarti come un vecchio compagnone amico di mille avventure. Se poi, col tempo, divento un frequentatore abituale del tuo negozio/locale - e se tutti e due siamo d'accordo - allora passo senza problemi al tu. Ma pretenderlo come un atto dovuto mi dà profondamente fastidio.
E così non riesco a dire Ciao! ad una persona a cui do del lei. Mi spiace ma è più forte di me.

Quindi se incontrate una persona che vi dà del lei e vi dice Salve!, siate comprensivi: probabilmente non lo fa per irritarvi ma perché vi stima.

giovedì 14 gennaio 2010

L'igiene orale innanzitutto



Oggi ho visto in città la pubblicità dello spazzolino Silver Care. Lo slogan è «L'unico spazzolino con argento antibatterico».
Eppure fino a poco tempo fa la frase lancio era «Lo spazzolino con l'argento vivo addosso». Bella, peccato che "argento vivo" sia un altro modo di chiamare il mercurio; e uno spazzolino con del mercurio a contatto con le setole non è esattamente salutare*.
Segnalai questa cosa a suo tempo sul mensile Linus ed ora la frase è stata cambiata. Non ho sicuramente la pretesa di aver contribuito con quell'articoletto, ma fa piacere vedere che ogni tanto i refusi vengono corretti.


* Era anche un periodo in cui si parlava molto dell'inquinamento e dei pesci al mercurio. Ora non se ne parla più, e non credo che sia merito di una maggior pulizia dei mari (accetto con molto piacere smentite, comunque). Temo sia semplicemente perché non fa più notizia.

mercoledì 13 gennaio 2010

Ma che avrà da ridens?



Due anni fa, quando su altri lidi uscì una prima versione acerba di questo blog, scrissi il seguente post:
Oh, stasera ricomincia Le iene, programma in cui un branco di persone che si ispira nel look a dei criminali si diverte ad andare in giro a rompere gli zebedei alla gente. Senza contare che la trasmissione è condotta da Ilary Blasy e ciò dice tutto...!

Eppure sembra che da qualche tempo a questa parte sia diventato di moda dichiarare a destra e a manca: «Io la televisione non la guardo, se non sporadicamente: solo Le iene e poco altro». Personalmente non me ne vanterei...

Onestamente non mi pento d'averlo scritto. Certo, oggi probabilmente smorzerei molto i toni (per lo meno la parte dei criminali - pur essendo un'affermazione veritiera nella sostanza - e la parte su Ilary Blasi - che continuo a non stimare ma che ho almeno un po' rivalutato nel frattempo) ma provo ancora le stesse sensazioni di allora.
Quello che ho notato, però, è che sempre meno persone dichiarano di vedere Le iene. A dire il vero sempre meno persone raccontano le loro preferenze in fatto di programmi TV. Sarà che i giornalisti si sono resi conto che conoscere i gusti televisivi di pseudo-VIP (o presunti tali) interessa a nessuno?

martedì 12 gennaio 2010

Fra cento metri infrangere il codice stradale



A Trieste - la città dove vivo - c'è una via, via Mazzini, che è una via centrale e trafficata ma in cui possono circolare solo autobus e taxi. Questo accade da almeno 15 anni, anche se probabilmente sono molti di più. Dico "almeno 15" perché posso dare una testimonianza sicura che 15 anni fa in quella strada potevano circolare solo autobus e taxi. Questo per dire che non è un'ordinanza comunale dell'altro ieri, ecco.

Qualche giorno fa dovevo recarmi in una via attigua a via Mazzini con C., un amico che abita fuori città. Per comodità C. imposta il navigatore e parte. Tra una chiacchiera e l'altra io mi dimentico di dove dobbiamo andare finché in mezzo ad un incrocio una vocina dice «Tra cinquanta metri girare a destra». Peccato che a destra c'era via Mazzini.
Il bello è che, anche se avessimo voluto trasgredire al divieto di circolazione di via Mazzini, comunque per girare a quell'incrocio avremmo dovuto fare una manovra da pazzi incoscenti rischiando davvero un incidente grave. Poi, per fortuna, abbiamo risolto (facendo il giro di mezza città, ma non importa).
Ora, non so che tipo di navigatore avesse il mio amico e non mi interessa. Posso dire con assoluta certezza che C. non compra cose alla leggera, specie se sono oggetti tecnologici. Comunque - a prescindere dalla marca - mi chiedo come possa un navigatore, per quanto pessimo e non aggiornato, non riconoscere una via che da almeno tre lustri è interdetta alle automobili. Ovviamente è impensabile che chi produce i navigatori possa testare tutte le strade di tutte le mappe di tutte le città, ma l'errore mi sembra davvero grave.

domenica 10 gennaio 2010

Un apostrofo rosa



Cos'è un Bacio (Perugina ovviamente)? Un apostrofo rosa tra le parole d ed evessere...
Assumete un correttore di bozze, vi prego!


(A proposito: a differenza di quello di ieri, questo bigliettino non ha il tedesco ma il portoghese. Quindi la mia ipotesi nel post scorso viene a cadere. Mi chiedo quale sia la risposta all'ovvia domanda, allora. Comunque non voglio che il blog diventi uno spottone per i cioccolatini, quindi smetto subito di parlarne - tanto più che la scatola è quasi finita... Sigh!).

sabato 9 gennaio 2010

Io ti dico che ti a...



Ieri sera stavo mangiando un Bacio (scampolo delle feste natalizie, naturalmente) e ho letto il bigliettino (se tutto va bene, lo trovate qua sopra).
La frase riportata è di Victor Hugo ed è in tutte le lingue immaginabili tranne che... nella lingua in cui la frase è stata scritta!
L'ovvia domanda è: con che criterio vengono scelte le lingue nei bigliettini? Perché il klingon sì e il francese no? Tutto sommato il francese è la 16ª lingua per diffusione mentre il greco è appena la 68ª.
Altrettanto ovvia la risposta: le lingue sono quelle dei paesi in cui il cioccolatino viene esportato. Evidentemente in Francia non tira tanto come in Gran Bratagna, in Spagna, in Germania e in Grecia.

Comunque di queste cose non dovremo più preoccuparci. Il 14 febbraio scade il concorso per trovare nuove frasi per il cioccolatino e Moccia è già pronto per scegliere le frasi vincitrici. Così nelle prossime scatole, tra Jacopo da Lentini, H. De Balzac, O. Wilde e R. M. Rilke ci saranno anche P. Mastrangeli, A. Quagliarulo e D. Scannagatti.
Lo ammetto: ero tentato di intasare la giuria del concorso con cartoline su cui avrei scritto massime storiche quali:
Perché amare? Perché ho il diabete e le dolci mi fanno male.
o
Cara, ho conservato tutte le lettere d'AMORE che mi hai spedito. Ora te ne sei andata... Dannazione, se solo tu mi avessi mandato anche una C e una T, ora avrei MERCATO!
ma poi ho desistito.

Moccia, eh?

Quasi quasi ci ripenso...

venerdì 8 gennaio 2010

Dai nostri archivi



Quando uscì il film Drag Me to Hell, uno dei cinema cittadini lo presentò così.
Un horror truculento trasformato in un film che racconta di scampagnate familiari con figli un po' reticenti.
Questi sono i danni provocati da Prato fiorito.

giovedì 7 gennaio 2010

Eò eò la fortuna...



Stamattina i vari GR mi hanno ricordato che ieri sera c'è stata l'estrazione della Lotteria Italia.
Accidenti, la Lotteria Italia! Come mai l'ho dimenticata? E sì che gli anni scorsi me ne ricordavo. Certo, non seguivo le estrazioni in diretta, ma almeno avevo ben presente che ci sarebbero state. E allora, perché quest'anno no?
Ci ho pensato tanto e poi ho capito.

Perché gli anni scorsi c'era sempre un programma dedicato. Un programma brutto, inguardabile, kitsch, noioso, insopportabile, ma creato appositamente per la Lotteria Italia.
Quest'anno c'è stato un insipiente programma che va in onda ogni santo giorno, dal lunedì alla domenica. Certo, il sabato c'era la puntata speciale, ma chi vuoi che se ne accorga? È sempre uguale a sé stesso!
E così per me la Lotteria è passata nel dimenticatoio, con buona pace dei milioni di spettatori che ancora guardano i pacchi...

mercoledì 6 gennaio 2010

Stacanovismo mediatico



File classified: #0003

Perché certi programmi televisivi - non faccio nomi, ma mi avete capito: fascia prandiale (dalle 11 alle 14), fascia preserale, ... - non riescono ad andare in vacanza per tre o quattro giorni all'anno nel periodo delle feste? Perché andare in onda il 25 dicembre, il 26 dicembre, il 31 dicembre, il primo gennaio, il 6 gennaio, Pasqua e Pasquetta, magari registrati, solo per tappare quel buco? A maggior ragione, poi, se sono in diretta...!

La vita è un sogno o...



Stanotte alle 1.40 su Rete 4 andrà in onda il film L'acchiappasogni (Dreamcatcher, 2003). Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King ed ha come interprete principale Morgan Freeman.
Ora, al di là del valore del film - di cui, se capita, avremo occasione di parlare in seguito - mi interessava segnalare un fatto curioso.
Lo stesso film è andato in onda, sempre su Rete 4, anche il 24 novembre e il 10 dicembre, 2009 naturalmente. Ora, capisco che il film piaccia a chi crea il palinsesto di Rete 4, ma programmarlo 3 volte in 43 giorni (quindi meno di due mesi) mi sembra davvero eccessivo.

martedì 5 gennaio 2010

Un ufficio che si morde la coda



Stamattina facevo la fila in un ufficio pubblico e aspettavo pazientemente il mio turno col bigliettino in mano e osservavo la gente che condivideva quei minuti con me. È incredibile come ci sia sempre chi si lamenta: c'è troppa gente, ci sono pochi sportelli aperti, le signorine* sono lente, ci sono poche informazioni, ci sono troppi numeri da aspettare, le signorine allo sportello non capiscono niente, non c'è rispetto per l'utenza...

C'è una categoria, però, che davvero non capisco. Le persone che arrivano, prendono il numero, constatano che dovranno aspettare quelle 20/30 a volte anche 40 persone prima del proprio turno eppure si piazzano in prima fila, bloccando tutte le strade, ritte in piedi già con le carte pronte e il portafoglio in mano!
Io so che ci sarà da aspettare e per questo mi porto sempre qualcosa da leggere, ma - chissà perché - a volte mi sembra di essere l'unico a saperlo...


* Per l'utente medio allo sportello ci sono sempre "signorine". Le volte in cui l'impiegato è un uomo, questo viene privato addirittura del suo status di maschio: l'incipit passa da «Scusi, signorina...» davanti ad una donna a «Senta, scusi...» di fronte ad un uomo.

lunedì 4 gennaio 2010

La più dolce



Oggi gli ascoltatori di Radio 2 hanno potuto sentire la prima puntata di Traffic, il programma tanto voluto dal nuovo direttore Flavio Mucciante e che ha sostituito Condor.
Non voglio entrare in considerazioni di merito né ricordare quanto fosse bello il programma di Sofri e Bordone - almeno il momento.
Quello che vorrei sottolineare è che tra i due "blocchi", alle 16.30 c'è stata, come sempre, la pubblicità.
Di più, c'è stato un solo spot.
Uno solo.
Ed era della dolce Euchessina.

Sarà stato un caso?

sabato 2 gennaio 2010

Sani e saldi



File classified: #0002

Domani qui da noi cominciano i saldi. Ascoltando i servizi ai vari TG, mi sono sempre chiesto: cosa significa la frase «Diffidate di sconti troppo alti»? Se trovo una cosa che mi piace, che mi sta bene, che non ha marchiani difetti evidenti e che costa pochissimo, me la compro! Perché dovrei diffidare? A cosa dovrei stare attento? E soprattutto, cosa significa la frase «Potrebbe essere merce dello scorso anno»? Non è niente di commestibile, sono vestiti! Se il vestito che mi piace ha un anno ma è bello, è della mia taglia e costa poco, perché dovrei lasciarlo in negozio?

...on the rocks



Un membro della mia famiglia compie gli anni a metà dicembre. Il 20 dicembre avremmo dovuto organizzare una festa, ma erano i giorni della grossa nevicata che ha messo in crisi mezza Italia. Le strade erano bloccate, gli amici non potevano uscire da casa se non con un toboga e così abbiamo deciso di rimandare il tutto.
Poi è arrivata la settimana di Natale, durante la quale è piovuto continuamente.
Poi è arrivato Capodanno, passato anche quello sotto la pioggia.
Ed eccoci ad oggi, sotto l'acqua da ieri notte fino a pomeriggio inoltrato.
Ora non piove più, ma la temperatura si sta abbassando e si teme che questa notte molte strade possano ghiacciare, così da paralizzare di nuovo la città.

Ah, ve l'ho detto che domani recuperiamo la festa annullata per neve che avremmo dovuto fare in dicembre? Giuro che se le strade son bloccate anche domani, vado io personalmente a prendere gli amici ad uno ad uno a casa loro e li trascino alla festa di peso.
Voglio dire: un po' va bene, ma qui si esagera!

venerdì 1 gennaio 2010

Un commento a caldo



File classified: #0001

In questo blog vorrei parlare il meno possibile di politica, ma c'è una domanda che mi assilla ogni Capodanno.

C'è qualcuno che può spiegarmi il motivo per cui al primo gennaio ogni singolo parlamentare, militante politico o simpatizzante qualunque deve commentare e dire la sua sul discorso del Presidente? Non si potrebbe, per una volta, prendere atto e piantarla lì?
Se il Presidente smette di parlare alle 20.50, alle 20.55 ecco spuntare le prime opinioni, i primi pareri, le prime impressioni.
Diamine, è l'ultimo dell'anno! Giornalisti e politici non hanno davvero nulla di meglio da fare?

E ancora che quest'anno i commenti erano tutti positivi...

...buon principio!



Dal momento che, di quando in quando, questo blog parlarà anche di matematica, mi piace cominciare con questo augurio di Giorgio Dendi:

Buon (1/2)*3*4*5*67 a tutti

Auguri a tutti voi!