mercoledì 31 marzo 2010

Ciao Nicola



Nella notte tra martedì 30 e mercoledì 31 marzo è morto per un infarto Nicola Arigliano. Il cantante, 87 anni, abitava da quattro anni a Calimera, in provincia di Lecce, nell’istituto Gino Cucurachi, un centro per anziani. Era originario di Squinzano, sempre in provincia di Lecce, dove era nato il 6 dicembre 1923.

Non l'ho mai conosciuto ma ricordo le sue canzoni e la sua comparsata ne I tre moschettieri di Biblioteca di Studio Uno dove faceva Rochefort. Il buon .mau. in un post sul suo blog di oggi dice di ricordarlo per una pubblicità. Onestamente quella pubblicità non la ricordo, ma ricordo quelle che hanno segnato la vita di Franco Cerri, di Paolo Ferrari e del compianto Tino Scotti. È abbastanza triste che un grande artista venga ricordato solo per aver detto: «Sì, anch'io soffro di disturbi intestinali, ma con Panciaben ho risolto tutti i miei problemi!». Ed è ancora più triste quando per la strada la gente lo ferma dicendogli: «Ma lei è quello della pubblicità».

martedì 30 marzo 2010

La finestra

Questa storia è di qualche tempo fa, ma mi fa piacere raccontarla.
Nel DMI il secondo e il terzo piano, a parte un paio di aule, sono interamente dedicati agli uffici dei profesori. Per (balzane) questioni di sicurezza, davanti alla finestra di ogni ufficio c'è una specie di ringhiera che previene aspiranti suicidi dal compiere l'insano gesto. A causa di questa ringhiera, però, è impossibile aprire completamente la finestra. Potrete dunque capire come possa risultare estremamente difficoltoso arieggiare la stanza.
Un professore, chiamiamolo Turing per comodità, ha l'ufficio al terzo piano e un giorno si è stufato di non poter aprire completamente la finestra. «Fa caldo, ho bisogno di aria e se qua c'è una finestra, io devo poterla aprire», si è detto. «E poi in tanti anni di insegnamento nessuno ha mai scelto la finestra del mio ufficio per suicidarsi». Così si è munito di cacciavite e ha tolto la ringhiera dal muro, ottenendo così la libertà di cambiare aria all'ufficio in ogni momento. Fatto questo lavoro, però, ha avuto un rimorso di coscienza: «E se poi qualcuno decide davvero di suicidarsi usando il mio ufficio per gettarsi nel vuoto?». Così il nostro Turing ha pensato di attaccare alla finestra un cartello con su scritto "Pericolo di morte". «Così però rischio di spaventare le persone che entrano nel mio ufficio», si disse. E quindi ha deciso di attaccare ugualmente il cartello ma con la scritta non in italiano ma in turco!

Di fronte al DMI, a poco meno di 10 metri, c'è un altro edificio il quale fa da barrierra artificiale al sole così che quasi nessuno degli uffici del secondo e terzo piano siano colpiti dal sole, in nessuna stagione dell'anno. Quando il Direttore di Dipartimento acquistò e fece installare delle tendine per ogni ufficio, i tecnici si presentarono anche dal nostro Turing. «Io non ho bisogno di una tenda», disse questi. «Non ho mai sole nel mio ufficio, e il palazzo di fronte non ha finestre che diano direttamente sul mio ufficio, quindi nessuno può spiarmi. Inoltre la tenda mi impedisce di aprire completamente la finestra». Vista la perplessità nel viso degli operai, Turing chiese: «Potete non montare la tenda nel mio ufficio?». «No», fu la risposta. «Noi siamo stati chiamati per montare 50 tende e a fine giornata dobbiamo aver montato 50 tende». Turing ci pensò un attimo e poi chiese: «Potete montare la tenda in modo che, una volta chiusa, copra il muro e non la finestra?». «Certo», risposero gli operai, «l'importante per noi è averla montata».

Così ancora oggi al terzo piano del DMI si trova un ufficio in cui la tenda scopre un pezzo di muro e la finestra è priva di ringhiera ma ha un cartello con scritto, in turco, "Pericolo di morte".

lunedì 29 marzo 2010

Il giovedì nero delle biblioteche

Ripesco oggi una notizia che ho appreso grazie ad Ipazia per parlare di biblioteche universitarie.

Qui da noi, per ora, non ci sono stati sgomberi di libri - di computer sì, ma è un'altra storia che forse vi racconterò quando sarà finita - ma oggi ho scoperto una cosa.
Giovedì scorso (evidentemente era la giornata giusta per le cattiverie verso i libri) in biblioteca di medicina si inzia a sentire un fastidioso odore. Un non eccessivamente rapido controllo da parte degli addetti e si scopre che un tubo è saltato e sta spandendo gas. Parte l'impianto antincendio che sparge schiuma biancastra un po' dappertutto. Vengono chiamati i pompieri ma - attenzione! - non viene evacuato l'edificio. Infatti i ragazzi in aula studio cominciano ad accusare un po' di mal di testa, senza però capire bene cosa stia succedendo.

Stamattina la biblioteca era ancora chiusa, transennata con del nastro bianco e rosso attaccato alla bell'e meglio, con uno striminzito cartello che non spiega niente. Nei corridoi l'odore di metano misto a vernice è ancora presente. Non si sa se il tubo sia stato chiuso o, almeno, se la fuoriuscita di gas sia stata fermata. A dire il vero, non si sa neanche che gas fosse. Non si sa in che condizioni sono i libri né quanto ci vorrà prima di poter riaprire la biblioteca.

Per carità, sono sicuro che ognuno stia facendo il suo dovere e lo stia facendo al meglio. Le due cose che davvero mi lasciano perplesso sono: 1. che non sia stato evacuato immediatamente l'edificio appena scoperta la fuga di gas e 2. che, se la puzza è ancora così forte, nessuno abbia pensato di avvertire di eventuali pericoli (non fumare, non respirare, arieggiare le stanze, fare attenzione...). A meno che non abbiano deciso di usare gli studenti come rilevatori: se ne trovano uno boccheggiante a terra significa che il guasto non è riparato.

Se non veniamo decimati, vi farò sapere come evolve la cosa nei prossimi giorni.

lunedì 22 marzo 2010

L'arte di dare le notizie

Questa è una notizia data stamattina dal TG4, riportata così com´è stata pronunciata:

È morto in Baviera Volfang Vacner, nipote di Riciard Vacner, da molti anni storico direttore del festival di Bairùt.

Strano, vero? C´è qualcosa di familiare nei nomi, ma non è chiaro... In effetti la notizia vera era questa:

È morto in Baviera Wolfgang Wagner, nipote di Richard Wagner, da molti anni storico direttore del festival di Bayreuth.

Quando si dice la professionalità...


(Grazie ad Aureliano per la segnalazione)

mercoledì 10 marzo 2010

Ciao Peter...



Peter Van Wood è morto stamattina al Policlinico Gemelli di Roma ad 83 anni, dopo una lunga malattia.

Non ho mai capito la deriva astrologica che ha preso, ma le sue canzoni restano nella storia della musica italiana. Nel video la sua interpretazione di Scapricciatello con il Van Wood Quartet.

venerdì 5 marzo 2010

Chi esser tu?


La simpatica ragazza nella foto si chiama Mia Wasikowska ed è la protagonista di Alice in Wonderland, il nuovo film di Tim Burton.
Se lo dico è perché il nome di questa ragazza non compare nei trailer (né in quelli lunghi, da cinema, né in quelli corti, da Tv) mentre sulle locandine è nominata solo in piccolo, in basso, tra i vari membri del cast. Eppure Mia Wasikowska nel film interpreta il personaggio che dà il titolo al film. Capite? È come fare una versione cinematografica di Aida e mettere in locandina solo il nome dell'attore che interpreta Amonasro.
Gli unici due nomi ad essere citati nei vari trailer sono quelli di Tim Burton - giusto, è il regista - e di Johnny Depp. Certo, mi rendo conto: Depp è strafamoso e Wasikowska è sconosciuta e difficile da pronunciare, ma almeno per il ruolo eponimo potevano sprecarsi...

martedì 2 marzo 2010

Sette volte sette


Non voglio parlare di politica, come già detto in passato, e non voglio fare facili battute, ma questa va condivisa.

Stamattina in Università dei volenterosi ragazzi hanno distribuito i volantini che vedete nell'immagine qui sopra, per un incontro che si terrà domani. Però domani è mercoledì, non martedì.
Se non sanno neanche leggere un calendario, mi sa che sono messi maluccio...