lunedì 15 febbraio 2010

Oh when the saints



Ieri ho parlato di San Valentino, oggi voglio restare in argomento e parlare di Sanremo.
Comincio col dire che, in generale, a me il Festival non dispiace. Naturalmente bisogna vedere chi lo presenta, come lo conduce, chi sono i cantanti in gara, come sono le canzoni eccetera. Ad esempio, fino a pochi mesi fa pensavo che le edizioni peggiori fossero quelle presentate da Paolo Bonolis. Ho paura però che quest'anno arriveremo a picchi di bassezza che Bonolis se li sognava.

Quest'anno il Festival è stato affidato ad Antonella Clerici. Il fatto è che la Clerici non la sopporto. Intendiamoci, nulla di personale; è solo che non non mi piace il suo modo di condurre e di impostare le trasmissioni che presenta.Questo non è un problema, ovviamente: non seguo i suoi programmi e finita là. Il fatto è che conosco il suo stile di conduzione e ho paura di come possa aver impostato il Festival. Spero vivamente manterrà un tono sobrio.
Cantanti e canzoni. Trovo irritante che quest'anno possano partecipare anche le canzoni in dialetto, questo a prescidere da chi è il cantante e da che canzone presenta. Trovo demenziale che un cantante uscito da X Factor, per quanto bravo egli possa essere (non l'ho mai sentito, quindi non giudico a priori), sia nella stessa categoria di Enrico Ruggeri. Trovo estremamente fastidioso che Povia presenti una canzone, sulla vicenda di Eluana, nella quale mette becco (duh!) in una storia privata su cui era preferibile tacere. Trovo noiose le storie attorno a Morgan (no, non Morgan; le storie attorno a Morgan). Trovo indecidibile la presenza di Cristicchi (ho amato Che bella gente tanto quanto ho odiato Ti regalerò una rosa): sono molto curioso di ascoltare la sua canzone. Trovo inutile la presenza di Arisa: benché sia la pupilla del Maestro (maiuscola intenzionale) Lelio Luttazzi, non mi ha per niente convinto l'anno scorso. Trovo indifendibile la decisione di ospitare Emanuele Filiberto sul palco come cantante.

Il vertice estremo di bassezza è però la sospensione di Rai dire Sanremo, il programma della Gialappa's Band. L'illuminato neo-direttore di Radio 2, Mucciante, ha cancellato la trasmissione meno di due settimane prima del suo inizio a causa di oscuri motivi legati ai compensi. Tutto ciò nonostante gli spazi pubblicitari siano già stati venduti da mesi a caro prezzo e smentendo le dichiarazioni di dicembre dello stesso direttore che aveva dichiarato di voler trasformare Radio 2 in una radio per giovani. Al posto del mitico trio* ci saranno Pastore e Lodigiani (avete presente? Quelli che conducono "Traffic", la trasmissione che ha sostituito Condor, quelli che sanno fare i gggiovani ma non sanno fare la radio,... Ecco, quelli!) come "inviati speciali dal retropalco dell'Ariston". Peccato (e mi sono moderato per mantenere il blog a livelli civili...) perché quello era l'unico modo per sopportare questo Sanremo.

Personalmente ho già deciso: seguirò il Festival con Gli Aristonati, il commento di MacchiaRadio su Radionation (avete presente? Gianluca Neri, Matteo Bordone, quelli che conducevano Condor e Kondor,... Ecco, quelli!).
Vi racconterò le mie impressioni alla fine dei cinque giorni (ammesso che ne esca vivo e in buona salute...).


* Probabilmente lo saprete, ma all'inizio Mucciante per le quattro e passa ore di radiocronaca del Festival voleva scritturare Dose & Presta, i conduttori del Ruggito del coniglio. Ora, chiunque abbia sentito almeno una volta la trasmissione quotidiana dei due sa benissimo qual è il loro punto di vista riguardo quel genere di canzoni e riguardo Sanremo in generale. Ma c'è di più! Per rompersi gli zebedei per quattro e più ore a commentare il festival, il geniale direttore offriva loro molto meno di quanto prendono regolarmente per la trasmissione quotidiana che è molto più divertente e che di ore ne dura solo due. Una politica di rete sublime, oserei dire!

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